Abu Mazen: “Non un solo israeliano nel futuro stato palestinese”
Alla vigilia della ripresa a Washington dei colloqui di pace, dopo quasi tre anni di stallo, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha esposto lunedì la sua visione sullo status finale dei rapporti israelo-palestinesi affermando che nessun civile o militare israeliano (e ancor meno ebreo, visti i precedenti…) potrà rimanere nel territorio del futuro stato palestinese e che i palestinesi reputano illegali tutte le attività edilizie ebraiche in tutti gli insediamenti nelle terre al di là della linea del ’67 (Gerusalemme compresa). “Nella soluzione definitiva – ha detto Abu Mazen parlando ai giornalisti durante la sua recente visita al Cairo – non si dovrà vedere un solo israeliano, civile o militare, nelle nostre terre”. Abu Mazen ha lasciato intendere una possibile apertura soltanto sull’ipotesi di una “presenza multinazionale” come quelle di stanza nel Sinai e nel Libano meridionale. Israele ha più volte dichiarato che punta a mantenere una presenza militare al confine con la Giordania per evitare sorprese da est e prevenire un eventuale afflusso di uomini e armamenti in Cisgiordania.
Il presidente dell’Autorità Palestinese, che si trovava al Cairo per la sua prima visita in Egitto dopo la destituzione di Mohammed Morsi, ha incontrato lunedì il presidente ad interim egiziano Adli Mansour come manifestazione di sostegno al governo egiziano nominato dai militari. L’incontro fra i due ha avuto luogo mentre le autorità egiziane stanno indagando sul ruolo avuto da Hamas, la fazione palestinese rivale a quella di Abu Mazen, nella sanguinosa evasione nel 2011 di Morsi e altri membri della Fratellanza Musulmana dal carcere in cui erano stati rinchiusi dal regime di Hosni Mubarak.
Per quasi tre anni i rappresentanti palestinesi hanno bloccato la ripresa dei colloqui con Israele ponendo una serie di pre-condizioni come: la scarcerazione di detenuti palestinesi e arabo-israeliani condannati prima degli Accordi di Oslo per reati contro la sicurezza, il congelamento completo delle attività edilizie ebraiche al di là della ex linea armistiziale del 1949-67, il riconoscimento da parte di Israele della ex linea armistiziale del 1949-67 come base dei futuri confini. Domenica scorsa il governo israeliano ha approvato la scarcerazione graduale, a colloqui iniziati, di 104 detenuti arabi.
Parlando lunedì al Cairo, Abu Mazen ha ribadito le sue condizioni respingendo ogni possibile compromesso. “C’era questa richiesta – ha detto – di poter costruire solo qui o lì, ma io ho detto di no. Ho affermato ad alta voce e per iscritto che, per noi, tutti gli insediamenti nella loro interezza sono illegittimi”. Secondo fonti palestinesi, i rappresentanti palestinesi non hanno rinunciato alle loro pre-condizioni e si attendono che nei colloqui dei prossimi giorni gli americani le soddisfino con la pubblicazione di una dichiarazione che sancisca le linee del ’67, cercando poi di costringere gli israeliani ad accettarla come condizione per proseguire i negoziati.
I rappresentanti israeliani hanno ripetutamente rifiutato di accettare le pre-condizioni palestinesi affermando che si tratta di argomenti oggetto del negoziato che devono essere concordati con la fine delle trattative, non prima del loro inizio. “Se, per proseguire il dialogo, devo scegliere fra Israele che accetta di congelare le costruzioni negli insediamenti e Israele che accetta uno stato (palestinese) sulle linee del ’67 – ha dichiarato alle Reuters Tayyeb Abdul Rahim, uno degli stretti consiglieri che hanno accompagnato Abu Mazen al Cairo – io dico che è più importante la seconda, perché significa sancire che tutti gli insediamenti sono illegittimi”.
(Fonte: Jerusalem Post, 31 Luglio 2013)
Nella foto in alto: il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen (Mahmoud Abbas)
#1Emanuel Baroz
Palestina futuro stato razzista?
Se le premesse sono queste, non c’è motivo per ritenere che questi negoziati di pace si risolveranno diversamente dai tentativi infruttuosi del passato.
In un’intervista alla Reuters (http://www.reuters.com/article/2013/07/30/us-palestinians-israel-abbas-idUSBRE96T00920130730?irpc=932), il presidente dell’OLP, dell’ANP, del Fatah, e insomma il padre-padrone dei palestinesi, sponda West Bank (‘che nella Striscia di Gaza proprio non ci pensa a mettervi piede. A proposito? si parlerà di Gaza nei colloqui a Washington? o lo consederiamo di fatto un nuovo stato, come testimoniato dalle recenti visite – di Stato – di alcuni leader arabi alla corte di Hamas?), ha dichiarato testualmente che non un solo israeliano metterà piede nel futuro stato palestinese. Non solo: secondo Abu Mazen tutti i territori contesi dopo la Guerra dei Sei Giorni sarebbero illegittimamente occupati: dunque anche la città vecchia di Gerusalemme, strappata dopo 19 anni dagli israeliani all’occupazione giordana. Tutti i territori al di là della famosa Linea Verde, insomma. In spregio agli accordi armistiziali del 1949, che chiarirono inequivocabilmente che quei territori sarebbero stati assegnati dopo negoziati fra Gerusalemme e le potenze arabe che all’epoca aggredirono il neonato stato ebraico (all’epoca, come noto, i palestinesi ancora non esistevano).
Constatata la natura vacanziera del contingente di pace installata dall’ONU nel sud del Libano, Abu Mazen solleciterebbe una forza di interposizione in un’area cuscinetto al confine fra Israele e “Palestina”, ed escluderebbe una presenza militare israeliana lungo la sponda occidentale del Giordano, atta a prevenire nuove minacce dagli stati arabi confinanti. Non ve ne sarebbe il bisogno, sembra di sentirlo confortare. E magari, qualcuno sarebbe anche indotto a credervi…
E dire che in Israele risiede oltre un milione di arabi, perfettamente integrati e con tutti i diritti dei cittadini israeliani. Un consistente numero di palestinesi entra ogni giorno nello stato ebraico per lavoro; e durante il mese corrente di Ramadan molti palestinesi del West Bank viaggiano in Israele per goderne delle spiagge; perpetrando una allegra tradizione in essere ormai da alcuni anni.
La Palestina, quando nascerà, sarà dunque caratterizzata da un disgustoso razzismo. Così vuole il suo “padre fondatore”. Cosa direbbe il mondo civile se a Gerusalemme esclamassero: «In Israele d’ora in poi non ci deve essere più nemmeno un palestinese»?
Nel frattempo il governo israeliano moltiplica gli sforzi per far pervenire a Gaza sempre più viveri, generi di prima e seconda necessità, medicinali e materiali da costruzione. L’esercito egiziano ha distrutto l’80% del migliaio abbondante di tunnel che collegavano l’Egitto alla Striscia di Gaza, adesso sotto assedio. Il Cairo accusa apertamente i terroristi residenti nell’enclave palestinese di penetrare in Egitto attraverso il deserto del Sinai; una accusa fondata: uno di questi commando sarebbe l’artefice della scarcerazione dell’ex presidente Morsi, detenuto assieme ad altri esponenti dei Fratelli Musulmani ai tempi del regime di Mubarak.
Dalla defenestrazione di Morsi, il numero di autoarticolati che attraversa i valichi israeliani di Erez e Kerem Shalom è cresciuto da meno di 250 a più di 280 al giorno, spiega YNet oggi (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4411264,00.html). Fino ad ora, il regime di Hamas ha cercato di contenere le donazioni di carburante e altri generi dal vicino Israele un po’ per ragioni di prestigio, e un po’ (soprattutto: quando ha dovuto provvedere alla fornitura di preziose cure mediche al cognato, il primo ministro Ismail Haniyeh non ha esitato [http://ilborghesino.blogspot.it/2012/08/la-scelta-imbarazzante-di-hamas.html] a spedirlo in una clinica cardiologica “sionista”) per la lucrosa cresta che fino ad ora praticava sulle merci che entravano clandestinamente dall’Egitto per il tramite dei tunnel sotterranei.
http://www.ilborghesino.blogspot.it/2013/07/palestina-futuro-stato-razzista.html
#2Emanuel Baroz
02/08/2013 La rete delle ONG palestinesi (un gruppo di 133 organizzazioni con base a Gerusalemme, in Cisgiordania e nella striscia di Gaza) in un comunicato stampa diffuso mercoledì ha definito “pericolosa” la ripresa dei colloqui di pace israelo-palestinesi senza che Israele abbia accettato preventivamente le pre-condizioni poste dall’Autorità Palestinese. Ne ha dato notizia Middle East Monitor. Le ONG palestinesi, inoltre, lamentano il fatto che la ripresa del negoziato potrebbe “far cessare la campagna per il boicottaggio di Israele”, e il fatto che, a causa delle attuali tensioni all’interno di altri paesi arabi, ”i negoziati si tengono in assenza di una posizione araba e palestinese comune a supporto del processo politico”.
02/08/2013 Più di tremila partecipanti alla parata Gay Pride, giovedì, a Gerusalemme.
02/08/2013 Alla vigilia della Giornata di Al-Quds (Gerusalemme), che si tiene venerdì, Hezbollah ha esposto un grande striscione di fronte al confine israeliano con la scritta in ebraico e in arabo ”Stiamo arrivando” e un’immagine della moschea di Al-Aqsa. La Giornata di Al-Quds viene celebrata in diversi paesi musulmani da quando venne istituita dall’ayatollah iraniano Ruhollah Khomeini nel 1979.
02/08/2013 “Il nemico sionista ha gettato la maschera e tutto il mondo vede il coinvolgimento di Israele a supporto delle bande terroristiche”. Lo ha detto giovedì il ministro della difesa siriano, Fahed Jassem al-Farij, in un’intervista alla tv di stato siriana. Secondo al-Farij, il coinvolgimento di Israele sarebbe dimostrato da presunte forniture di armi e dal “trattamento di ribelli feriti negli ospedali israeliani”.
02/08/2013 Siria. Secondo L’Osservatorio Siriano per i diritti umani, 40 persone sono morte e 160 ferite nell’esplosione di un deposito di armi giovedì a Homs. Un video diffuso su internet mostra un’esplosione che sembra nettamente più grande di quelle causate dalla maggior parte delle munizioni utilizzate quotidianamente dalle due parti del conflitto interno siriano. Ne sarebbe stato devastato il quartiere sud-orientale di al-Nozha , a maggioranza alawita, la setta del presidente Bashar Assad.
02/08/2013 Il disegno di legge governativo sull’istituto del referendum ha superato la prima lettura alla Knesset con 66 voti a favore e 45 contro.
02/08/2013 Iraq. Durante il mese di luglio più di mille iracheni sono rimasti uccisi nelle violenze settarie nel quadro dell’insurrezione di gruppi islamisti sunniti contro il governo a guida sciita: è il più alto numero di vittime in un mese dal 2008. Lo hanno comunicato giovedì le Nazioni Unite. La maggior parte delle 1.057 vittime (che hanno portato il bilancio dall’inizio dell’anno a 4.137 morti) erano civili. Il governatorato più colpito è quello di Baghdad, seguito da Salahuddin, Ninive, Diyala, Kirkuk e Anbar.
02/08/2013 Iran. Con una fatwa (editto religioso), la Guida Suprema ayatollah Ali Khamenei ha esortato gli iraniani a evitare tutti i rapporti con i membri della religione Baha’i, in quello che appare il possibile preludio di ulteriori giri di vite contro la minoranza, già bandita in Iran.
02/08/2013 Siria. Fonti dell’opposizione siriana hanno affermato che più di cento persone sono state uccise, nelle ultime 24 ore, da pesanti attacchi con jet, artiglieria e missili da parte dalle forze del regime sulla periferia di Damasco.
02/08/2013 Il ministro dell’Autorità Palestinese per gli affari religiosi, Mahmoud Habbash, ha emesso una fatwa che esorta i palestinesi a ribellarsi contro Hamas e porre fine il suo controllo sulla striscia di Gaza. Il dovere dei musulmani, ha spiegato Habbash su Facebook, è “liberare la Palestina e Gerusalemme, un compito che non può essere assolto senza l’unità. Dal che deriva che è un dovere unirsi. Ma l’unità non si può raggiungere senza porre fine alla scissione [tra Hamas e Fatah]. Quindi è un dovere porre fine alla divisione. Ma la fine della divisione non può essere raggiunta senza porre fine al controllo di Hamas sulla striscia di Gaza. Quindi, è un dovere porre fine al controllo di Hamas sulla striscia di Gaza”, e questo “si può fare solo in due modi: con la riconciliazione o con la rivolta contro Hamas. Pertanto – ha concluso il ministro palestinese – una di queste opzioni è un dovere”.
01/08/2013 Due imprenditori arabo-israeliani, che stavano per aprire a Ramallah (Cisgiordania) uno store d’abbigliamento della catena Fox (che ha sede in Israele, dove gestisce molti negozi anche nel settore arabo), hanno rinunciato al progetto in seguito a una pesante ondata di proteste da parte di attivisti e giornalisti palestinesi che denunciano l’iniziativa come una forma di ”normalizzazione” con Israele. Il progetto, che era in fase avanzata di realizzazione, avrebbe dato lavoro a 150 palestinesi, alcuni dei quali avevano già ricevuto la formazione necessaria.
01/08/2013 Con 63 voti a favore e 46 contro la Knesset ha approvato mercoledì in prima lettura il disegno di legge sulla governance presentata dai parlamentari David Rotem (Yisrael Beiteinu) e Ronen Hoffman (Yesh Atid), che limita il numero di ministri a 19, compreso il primo ministro, e il numero dei viceministri a quattro, e innalza il quorum minimo elettorale per l’ingresso in parlamento.
01/08/2013 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro delle finanze Yair Lapid hanno deciso di nominare Governatore della Banca d’Israele Leo Leiderman, professore di economia all’Università di Tel Aviv, già capo della Divisione ricerca della stessa Banca d’Israele.
01/08/2013 In un messaggio audio diffuso on-line mercoledì, Ayman al-Zawahiri, capo di Al-Qaeda (sunnita), ha detto che il gruppo libanese Hezbollah (sciita) “si è tolto la maschera” e si è rivelato uno strumento dell’espansionismo iraniano (sciita) quando a fine aprile il loro capo, Hassan Nasrallah, ha pubblicamente ammesso che i combattenti Hezbollah sono intervenuti in Siria a sostegno del regime del presidente Bashar Assad (alawita), alleato chiave di Teheran. “La rivolta jihadista nella Siria musulmana – ha detto il leader di Al-Qaeda – ha rivelato il vero volto di Hassan Nasrallah, che è a capo del piano sulla Siria degli ‘eretici’ safavidi (iraniani)”.
01/08/2013 L’Iran ha concesso al regime siriano una linea di credito agevolata di 3,6 miliardi di dollari, con pagamento a lungo termine, per l’acquisto di prodotti petroliferi.
01/08/2013 Fra i mesi di aprile e giugno il tasso di disoccupazione in Israele è salito dal 6,6% al 6,9%. Lo ha comunicato mercoledì l’Ufficio Centrale di Statistica.
01/08/2013 Egitto. Tamarod, il movimento d’opinione che è stato determinante per le proteste contro il presidente egiziano Mohamed Morsi, ha chiesto a Usa e Onu di classificare come organizzazione terroristica i Fratelli Musulmani, analogamente a Hamas. Tamarod, secondo il quale Hamas è un braccio armato della Fratellanza Musulmana, ha già raccolto 123.000 firme a sostegno della richiesta.
01/08/2013 Un uomo, ferito negli scontri della guerra civile siriana in prossimità del confine con Israele, è stato ricoverato mercoledì allo Ziv Medical Center di Safed, diventando il 50esimo siriano curato nel’ospedale israeliano.
01/08/2013 Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato mercoledì che i negoziati tra Israele e palestinesi avviati questa settimana a Washington si concentreranno solamente su due questioni: sicurezza e confini.
01/08/2013 L’Iran potrebbe conseguire la ”capacità critica” per trasformare uranio a basso arricchimento in combustibile per armi nucleari entro la metà del 2014 senza essere identificato dagli ispettori internazionali. È quanto afferma un rapporto redatto da David Albright, ex ispettore nucleare, e Christina Walrond, dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale di Washington. Secondo il rapporto, l’Iran potrebbe raggiungere tale capacità grazie ai piani che mirano a installare migliaia di altre centrifughe d’arricchimento negli impianti di Natanz e Fordo.
01/08/2013 “Non stiamo avviando questo processo spinti dall’euforia o dalla visione di un nuovo Medio Oriente”. Lo ha detto mercoledì a YnetNews la ministro e capo-negoziatrice israeliana Tzipi Livni, che ha aggiunto: “Il processo crea una partnership che per noi è molto importante per gestire le principali minacce. Esiste la possibilità di formare un’alleanza contro gli estremisti. Ma l’obiettivo è di arrivare a un accordo, non solo di tenere negoziati”.
01/08/2013 Siria. Un comitato per la sharia attivo in una zona di Aleppo in mano ai ribelli ha emesso una fatwa (sentenza religiosa) che dichiara haram (vietati dal diritto islamico) i croissant a forma di mezzaluna per il loro significato ”colonialista”, giacché costituirebbero la celebrazione di una vittoria militare europea sui musulmani. Lo ha riferito martedì il quotidiano panarabo Asharq al-Awsat. Sempre ad Aleppo, un’altra fatwa pubblicata su Facebook ha vietato alle donne musulmane di uscire di casa ”con trucco e vestiti attillati che rivelano le forme”. Un’altra fatwa emessa dal Consiglio della Magistratura Unita, affiliata all’Esercito Libero Siriano (anti-regime), aveva recentemente decretato un anno di carcere per chi non digiuna durante il mese sacro del Ramadan.
01/08/2013 Dopo l’approvazione da parte del governo israeliani della scarcerazione di altri 104 terroristi palestinesi come gesto di buona volontà verso l’Autorità Palestinese in vista dei colloqui di pace, in una conferenza stampa tenuta martedì i famigliari di ebrei israeliani condannati per reati violenti anti-arabi hanno chiesto al governo la scarcerazione dei loro congiunti. “Abbiamo una richiesta molto semplice – hanno detto – Dopo che migliaia di assassini e terroristi sono stati rilasciati, chiediamo il rilascio degli ebrei israeliani in carcere per reati nazionalisti contro la sicurezza. Si tratta di una dozzina di persone in tutto, che hanno espresso rimorso e che non tornerebbero mai a praticare il terrorismo”.
31/07/2013 Nel giorno in cui a Washington sono ripresi i colloqui di pace, le Brigate al-Aqsa, braccio armato di Fatah nella striscia di Gaza, hanno pubblicato sul loro sito web (www.nedal.net) le immagini di un arsenale di armi contenente diversi modelli di fucile, razzi e missili anticarro, accompagnate dalla scritta: ”La lotta armata è l’unico modo per liberare la Palestina, noi continueremo a sviluppare le nostre armi per polverizzare i luoghi dove si trova il nemico, qualunque luogo dove esso si trovi”. Ne ha dato notizia martedì Jerusalemonline.
31/07/2013 Il ministro e capo-negoziatore israeliano Tzipi Livni a YnetNews: “Oggi c’è stato il primo incontro, dopo tutti questi mesi in cui Kerry ha fatto la spola. Abbiamo avuto un incontro a quattro, senza mediatore. È andata bene, non abbiamo fatto il gioco di incolparci a vicenda, ma un onesto tentativo di creare qualcosa. Certo, avremo molte difficoltà”.
31/07/2013 I capi di Hamas hanno diffuso martedì dei documenti che, a loro dire, dimostrano che Fatah e Autorità Palestinese sono responsabili della campagna mediatica in Egitto contro il movimento islamista palestinese. Da mesi la stampa egiziana accusa Hamas di ingerenza negli affari interni dell’Egitto, di aver inviato uomini armati nel Sinai e in altre parti del paese per uccidere civili e soldati egiziani, di aver accolto nella striscia di Gaza capi della Fratellanza Musulmana egiziana in fuga dopo il rovesciamento del presidente Mohamed Morsi.
31/07/2013 Conferenza stampa congiunta, martedì a Washington, al termine della prima giornata di colloqui diretti israelo-palestinesi. Il segretario di stato Usa John Kerry: Israele e palestinesi manterranno il contenuto delle trattative strettamente riservato e hanno convenuto che Kerry sarà l’unico autorizzato a parlare pubblicamente dei colloqui; gli Usa medieranno tra le parti per tutta la durata dei colloqui, che dureranno nove mesi, e tutti i temi fondamentali saranno messi sul tappeto con l’obiettivo di arrivare a due stati che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza. Capo-negoziatore palestinese Saeb Erekat: lieto che tutte le questioni fondamentali siano messe sul tavolo; è tempo che i palestinesi abbiano il loro stato e che palestinesi e israeliani vivano in pace. Capo-negoziatrice israeliana Tzipi Livni: impegnata a fare tutto il possibile per la sicurezza e la speranza di pace d’Israele; viene offerta una nuova opportunità, la storia non viene fatta dagli scettici, ma dai realisti che non si fanno bloccare dalla paura.
31/07/2013 Nei colloqui di martedì a Washington le delegazioni israeliana e palestinese hanno concordato che la prossima riunione si terrà in Medio Oriente entro poche settimane.
31/07/2013 Tre molotov sono state lanciate martedì sera contro un autobus israeliano nei pressi di Hebron.
31/07/2013 Arabia Saudita. Raif Badawi, autore del sito web “Liberi sauditi liberali” sul ruolo della religione in Arabia Saudita, è stato condannato a sette anni di prigione e 600 frustate per violazione dei valori islamici e diffusione del pensiero liberale. Ne ha dato notizia il quotidiano Al-Watan, aggiungendo che il giudice ha ordinato la chiusura del sito. In carcere sin dal giugno 2012, Badawi è anche accusato di criminalità informatica e di disobbedienza al padre (che nel regno saudita è un reato).
31/07/2013 Dopo Hamas e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, anche il capo della Jihad Islamica palestinese, Ramadan Shalah, ha condannato la ripresa dei colloqui tra Israele e palestinesi.
31/07/2013 Egitto. La responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, ha detto martedì d’aver trovato il deposto presidente egiziano Mohamed Morsi in buona salute e con accesso a tv e giornali. Catherine Ashton lo ha detto ai giornalisti dopo aver incontrato Morsi lunedì sera in un luogo segreto. ”Ho cercato di fare in modo che la sua famiglia sappia che sta bene” ha detto Ashton, aggiungendo: “Avevo detto che non sarei venuta al Cairo se non mi veniva data la possibilità di vederlo”.
31/07/2013 Un razzo Qassam palestinese lanciato martedì mattina dalla parte nord della striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto nei pressi di un kibbutz della zona di Sha’ar HaNegev.
31/07/2013 Il ministro della giustizia e capo-negoziatore israeliano Tzipi Livni ha definito “positiva” l’atmosfera alla cena di lunedì sera con la delegazione palestinese, presso il Dipartimento di Stato Usa, che ha segnato la ripresa ufficiale dei negoziati di pace. Livni non ha voluto dare ulteriori dettagli spiegando che è stata presa la decisione di tenere i colloqui a porte chiuse. “Noi tutti comprendiamo che se si inizia il gioco di attribuirsi delle colpe facendo trapelare particolari, non si fa che danneggiare il processo”.
31/07/2013 Siria. Paulo Sergio Pinheiro, capo di un’inchiesta Onu sulla Siria, ha detto lunedì all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che la situazione dei diritti umani nel paese è “in caduta libera”, essendo diventato un campo di battaglia dove i civili sono le principali vittime di atti di terrorismo, bombardamenti indiscriminati, stupri e omicidi settari. “Massacri e altri assassinii illegali vengono perpetrati impunemente – ha detto – per lo più da parte delle forze filo-governative, ma anche da gruppi armati anti-governativi”. Pinheiro ha anche ricordato le migliaia di persone che sono state rapite. ”Uno degli aspetti più insidiosi del conflitto interno siriano – ha spiegato – è la scomparsa di migliaia di persone dalle loro case, ai posti di blocco e per le strade”. E ha detto che vi sono centinaia di donne, fuori da ogni penitenziario governativo, con le foto di mariti e figli nella speranza che siano stati visti all’interno.
31/07/2013 Dopo 18 ore di dibattito, lunedì a notte inoltrata la Knesset ha approvato la legge di bilancio 2013-14 con il voto a favore di 58 parlamentari e 43 voti contrari.
31/07/2013 Intervistato domenica alla CNN da Fareed Zakaria, lo storico ed ex ambasciatore israeliano negli Usa Michael Oren ha detto che Israele deve “innanzitutto avere una maggioranza ebraica” e che ogni accordo sullo status finale con i palestinesi richiederà il riconoscimento di Israele come stato ebraico perché “ciò significa che lo stato ebraico è permanente e legittimo”. “Non stiamo chiedendo ai palestinesi di farlo in anticipo”, ha aggiunto. Alla domanda perché una religione dovrebbe essere alla base dell’identità di uno stato, Oren ha risposto che gli ebrei non sono soltanto un gruppo religioso: ”Gli ebrei sono un popolo, e abbiamo diritto all’auto-determinazione – ha spiegato Oren – Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico”.
31/07/2013 Fortemente criticato il ministro israeliano Naftali Bennett per aver commentato la decisione di scarcerare terroristi macchiati di reati di sangue dicendo, secondo Yediot Aharonot, che “i terroristi non vanno catturati ma uccisi”. “Questo non è legale”, ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale Yaakov Amidror. Interpellato dal Jerusalem Post, l’ufficio di Bennett ha spiegato che, secondo Bennett, vi sono due tipi di operazioni anti-terroristi: una mira a catturarli vivi, l’altra mira ad eliminarli. “Se, alla fine, siamo costretti a rimettere in libertà i terroristi catturati, allora forse in futuro dovremo concentraci di più sulle operazioni che puntano ad ucciderli”.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
Abu Mazen getta benzina sul fuoco
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=50117
#4Parvus
La costituzione di uno stato arabo-palestinese, è ormai inevitabile, ma credo sia necessario guadagnare tempo, se giungessero ad ottenere il massimo che Israele può concedere, con largo anticipo sulla fine del mandato di Obama, questo musulmano potrebbe poi imporre ulteriori concessioni.
#5Emanuel Baroz
Israele-Palestina: due pesi due misure
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
La ripresa dei colloqui israelo-palestinesi a Washington è stata riportata da gran parte della stampa italiana con una speciale attenzione verso uno solo dei due partner, quello israeliano. Si sono moltiplicati gli appelli al Premier Netanyahu affinchè accettasse le pre-condizioni di Abu Mazen, il rilascio del centinaio di detenuti palestinesi condannati per atti criminali dopo processi nei quali la difesa era garantita con i crismi della legalità a tutti gli imputati. Se non avesse accettato – aveva dichiarato Kerry- sarebbe stata sua la responsabilità del fallimento dell’incontro.
Intanto Abu Mazen se ne stava tranquillo a Ramallah, nessuno aveva niente da chiedergli, né Kerry, né gli analisti dei media italiani sentivano, almeno, la curiosità di porgli qualche domanda. Né ai direttori di giornali e telegiornali gli veniva in mente di fare al rais qualche domanda scomoda, sul genere di quelle che fanno agli israeliani.
Allora ci prendiamo noi al briga, invitando il nostri lettori a scrivere ai direttori dei quotidiani italiani perché hanno escluso il pensiero (sic) di Abu Mazen ai loro lettori, perché li hanno privati delle sue dichiarazioni, essenziali per capire la posizione palestinese nei confronti di Israele e le riserve di Israele nel prendere per credibili parole che ne contraddicono altre.
Ecco la traccia di una possibile lettera:
Egregio Direttore,
la scorsa settimana, al Cairo, Abu Mazen ha dichiarato “ che non un solo israeliano potrà essere cittadino del futuro Stato palestinese dopo la sua proclamazione “.
Non è stata una uscita estemporanea, perché l’aveva già fatta nel 2010, con le stesse parole.
Ha poi continuato nel 2011, durante una riunione dei ministri degli esteri della Lega Araba a Doha, affermando “ Quando ci sarà uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme capitale, non permetteremo a nessun israeliano di abitarvi”.
E il 28 luglio del 2010: “ accetterò che una terza forza controlli un possibile futuro accordo con gli israeliani, per esempio la Nato, ma non accetterò mai che ci siano degli ebrei tra le forze Nato “.
Le chiedo, perchè non ho mai letto queste dichiarazioni di Abu Mazen sul suo giornale ? Non crede che con queste informazioni avrei avuto più chiaro il quadro delle posizioni israeliane e palestinesi a Washington ?
Concludo chiedendole se avrebbe tenuto lo stesso comportamento se ha pronunciare quelle frasi- che ricordano lo “Judenrein” di nazista memoria –fosse stato Bibi Netanyahu nei confronti degli arabi. La mia è, ovviamente, una domanda retorica, perché vedo già i titoli a piena pagina.
E allora, che cosa mi risponde ?
Distinti saluti
Gli indirizzi di giornali e tv sono in home page nella colonna a destra.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=50226