Gaza: le Brigate dei Martiri di al-Aqsa incitano al terrorismo contro Israele
Gerusalemme, 11 Settembre 2013 – I palestinesi siedono con gli israeliani al tavolo dei negoziati e parlano di pace. Nello stesso tempo le Brigate dei Martiri di al-Aqsa (“ala militare” di Fatah, il partito dell’attuale presidente dell’ANP Abu Mazen, il cui mandato è comunque scaduto da mesi) invitano a fare attacchi terroristici contro Israele. In un volantino distribuito martedì scorso a Gaza infatti, le Brigate Martiri di al-Aqsa (ala “militare” di Fatah) esortano tutte le unità e le cellule “in sonno” a prepararsi per uno scontro con “l’occupazione israeliana”, specificando che a partire da venerdì vi sarà “luce verde” per compiere attentati. Venerdì sera inizia lo Yom Kippur, la maggiore festività ebraica, che gli ebrei trascorrono in maggior parte nelle sinagoghe.
I fanatici islamici giustificano il loro appello al terrorismo con la presunta “giudaizzazione e divisione” della moschea al-Aqsa sul Monte del Tempio a Gerusalemme: “Invitiamo la nostra gente a partecipare venerdì prossimo a una intifada popolare in onore del sangue dei martiri e per difendere la nostra terra e la Moschea di al-Aqsa dalla giudaizzazione” si legge nel volantino che è stato pubblicato e diffuso in rete dalla filiale di Gaza delle Brigate Martiri di Al-Aqsa e a cui sembra abbiano già risposto, ovviamente in maniera positiva, anche i terroristi della Jihad Islamica e alcune fazioni di Hamas. In Cisgiordania invece i responsabili dell’organizzazione terrorista affermano di non essere al corrente di questa iniziativa dei loro affiliati della Striscia di Gaza.
I terroristi invocano una “sollevazione popolare” e incitano ad avere scontri con i soldati israeliani ai posti di blocco tra Israele e i territori palestinesi. Il portavoce di Fatah, Ahmed Assaf, ha sottolineato ancora una volta l’esclusivo diritto di sovranità dei palestinesi sul Monte del Tempio. Lì sorgeva un tempo il luogo più sacro dell’ebraismo, e oggi l’area è dominata dalla musulmana cupola della Roccia e dalla moschea di al-Aqsa. Agli ebrei è permesso di entrare temporaneamente nel luogo, ma non possono pregare. Ahmed Assaf ha avvertito Israele: la presenza di ebrei sul Monte del Tempio rischia di sabotare i colloqui di pace. Ripetute visite di ebrei in questa zona potrebbero far sprofondare l’intera regione in manifestazione di estremismo e violenza.
Le autorità di sicurezza israeliane si aspettano un aumento della minaccia terroristica. La compagnia aerea israeliana El Al teme anche che possano esserci attacchi con razzi dai terroristi nel Sinai. Per questo ha cancellato tutti i voli da Tel Aviv a Eilat sul Mar Rosso. I percorsi di atterraggio in futuro dovranno essere cambiati, in modo che gli aerei israeliani non debbano più avvicinarsi al confine con l’Egitto prima dello sbarco, dato che in quella zona i terroristi islamici hanno missili in abbondanza.
(Fonte: Israele.net, Rights Reporter, israelheute, 11 Settembre 2013)
Nella foto in alto: sostenitori di Fatah durante una manifestazione. Bel saluto no?…
#1Emanuel Baroz
13 settembre 2013 – A partire dal tramonto di venerdì 13 settembre, in Israele e nelle comunità ebraiche del resto del mondo viene osservato Yom Kippur, Giorno dell’Espiazione, il giorno più sacro del calendario ebraico.
13 settembre 2013 – Il presidente israeliano Shimon Peres ha annunciato che Avigdor Kahalani sarà una delle personalità cui verrà conferita quest’anno la Medaglia al Valore, la più alta onorificenza civile d’Israele. Nato da genitori immigrati dallo Yemen, già decorato per il coraggio dimostrato nella guerra dei sei giorni del ’67, quarant’anni fa (secondo il calendario ebraico) Kahalani si trovò sulle alture del Golan al comando di un gruppo frettolosamente assemblato di carri armati ed equipaggi provenienti da diverse unità scompaginate dall’urto dell’attacco a sorpresa siriano nel giorno di Kippur del 1973. Kahalani e i suoi uomini riuscirono a fermare l’avanzata di forze corazzate siriane di gran lunga superiori in una durissima battaglia che si sarebbe rivelata uno dei punti di svolta di tutta la guerra. Dopo la guerra, la valle nel Golan settentrionale in cui essa ebbe luogo venne soprannominata Emek HaBacha (“La valle delle lacrime”).
13 settembre 2013 – Due bambini siriani, rispettivamente di un anno e di dieci mesi d’età, feriti negli scontri della guerra civile che imperversa nel loro paese, sono stati ricoverati giovedì mattina al Western Galilee Medical Center di Nahariya, in Israele. Ricoverato, giovedì, anche un adulto siriano ferito molto gravemente alla testa, al torace e agli arti.
13 settembre 2013 – A 40 anni dalla guerra scoppiata nel giorno di Kippur del 1973 (che quell’anno cadeva il 6 ottobre) sono stati pubblicati degli estratti della testimonianza successivamente resa dall’allora primo ministro israeliano Golda Meir alla commissione d’inchiesta Agranat incaricata di indagare gli eventi che avevano portato al conflitto (che nei primi giorni vide in gravi difficoltà le forze israeliane attaccate da Egitto e Siria, con serio pericolo per la sopravvivenza stessa di Israele). Nella sua testimonianza, pur densa di rincrescimento, Golda Meir si rifiutò di rammaricarsi per non aver autorizzato un attacco preventivo: “Sono convinta – disse – che se avessimo lanciato un attacco preventivo, non ci sarebbe stato perdonato e non avremmo poi avuto il ponte aereo di aiuti americani” (che fu cruciale per sostenere lo sforzo bellico israeliano a fronte degli ingenti aiuti assicurati dall’Urss a Siria ed Egitto).
13 settembre 2013 – Hamas, che controlla la striscia di Gaza, ha insegnato a islamisti egiziani come approntare autobombe. Lo ha affermato giovedì la tv di stato egiziana, secondo la quale Hamas avrebbe anche fornito 400 mine a gruppi estremisti egiziani. Hamas è un ramo della Fratellanza Musulmana egiziana alla quale appartiene il presidente Mohamed Morsi rovesciato dai militari lo scorso 3 luglio a seguito di proteste di massa. Più tardi nella giornata Fawzi Barhoum, portavoce dell’organizzazione islamista palestinese, ha smentito la notizia definendola “un tentativo di demonizzare Hamas”.
13 settembre 2013 – Il presidente siriano Bashar Assad, citato dall’agenzia RIA, ha detto giovedì che pensa di iniziare a trasferire alla comunità internazionale le informazioni sulle armi chimiche del suo paese un mese dopo che Damasco avrà firmato il trattato sulla non proliferazione delle armi chimiche. Assad ha tuttavia aggiunto che la Siria non collaborerà con l’iniziativa sulle armi chimiche se gli Stati Uniti non smetteranno di minacciare un attacco. Dal canto suo, la portavoce del Dipartimento di stato Usa, Marie Harf, ha detto che i documenti inviati dalla Siria all’Onu per l’adesione al trattato globale anti-armi chimiche non devono essere un sostituto del disarmo né una tattica dilatoria. L’opzione degli Stati Uniti del ricorso alla forza militare, ha aggiunto Harf, resta sul tavolo mentre procedono le discussioni con la Russia su come rimuovere gli arsenali di armi chimiche siriane.
13 settembre 2013 – Siria. Decine di ribelli e combattenti curdi sono morti negli ultimi due giorni in una nuova ondata di scontri armati nel nord-est (petrolifero) della Siria. La minoranza curda siriana (circa il 10% su una popolazione di 23-milioni) ha creato una zona sempre più autonoma nella regione siriana al confine con Iraq e Turchia, e dopo il ritiro dall’area delle forze governative si è già più volte scontrata con combattenti anti-Assad guidati da unità legate ad al-Qaeda.
13 settembre 2013 – Due colpi di mortaio sparati dalla Siria sono caduti giovedì mattina nella parte sud del Golan israeliano. Secondo le Forze di Difesa israeliane, si tratta di colpi sparati nel quadro degli scontri della guerra civile siriana caduti accidentalmente territorio in territorio israeliano, un evento che si è già verificato diverse volte negli ultimi due anni. Un terzo colpo di mortaio si è abbattuto nel pomeriggio sul versante israeliano del confine.
13 settembre 2013 – Secondo fonti diplomatiche presso le Nazioni Unite, citate da Foreign Policy Magazine, il rapporto degli ispettori Onu, previsto per lunedì, non incolperà direttamente il regime di Assad per l’attacco con armi chimiche del 21 agosto scorso (sul quale hanno raccolto una grande quantità prove), ma presenterà forti indizi circostanziati che implicano indirettamente la responsabilità del governo di Damasco.
13 settembre 2013 – Un portavoce dell’Esercito Libero Siriano (anti-Assad) ha dichiarato al giornale saudita al-Watan che il regime siriano sta progettando di trasferire il suo arsenale chimico in Iraq. Secondo il portavoce, l’operazione sarà supervisionata dalla Forza Quds, della Guardia Rivoluzionaria iraniana, in accordo col governo iracheno. (Alcuni esperti non hanno mai scartato del tutto l’ipotesi che, dieci anni fa, Saddam Hussein abbia fatto in tempo a portare in Siria le sue armi di distruzione di massa prima dell’attacco americano che portò alla caduta del suo regime.)
13 settembre 2013 – Un palestinese ha aperto il fuoco, giovedì, verso i soldati israeliani in servizio di guardia a protezione di fedeli ebrei presso la Tomba di Giuseppe, a Nablus (Cisgiordania settentrionale). I militari hanno risposto al fuoco, ferendo in modo non grave l’aggressore. Poco prima della sparatoria, nello stesso luogo, dei palestinesi avevano lanciato pietre contro fedeli ebrei e soldati israeliani.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
12 settembre 2013 – Quattro siriani, rimasti ferite nelle violenze della guerra civile che imperversa nel loro paese, sono stati ricoverati mercoledì all’ospedale israeliano di Safed. Fra loro, un ragazzino di 13 anni con gravi ferite da schegge in tutto il corpo.
12 settembre 2013 – Siria. Secondo l’ultimo rapporto degli ispettori Onu per i diritti umani diffuso mercoledì, relativo al periodo 15 maggio-15 luglio, le forze governative siriane hanno massacrato civili, bombardato ospedali e commesso altri crimini di guerra, mentre dal canto loro le forze d’opposizione, tra cui combattenti islamisti stranieri, hanno commesso crimini di guerra come esecuzioni sommarie, sequestro di ostaggi e bombardamenti su quartieri civili.
12 settembre 2013 – La polizia dell’Autorità Palestinese ha impedito mercoledì a decine di manifestanti di fare irruzione negli uffici della tv Al-Jazeera a Ramallah, dopo che l’intellettuale islamista palestinese Ibrahim Hammami aveva definito Yasser Arafat “un traditore”, durante una trasmissione per il 20esimo anniversario della firma dell’accordo di Oslo. Pochi giorni prima, Al-Jazeera aveva diffuso un documentario in cui l’Olp veniva accusata d’aver “voltato le spalle alla rivoluzione” palestinese per il fatto d’aver riconosciuto Israele.
12 settembre 2013 – Un portavoce dell’Autorità Palestinese a Ramallah ha condannando le visite di fedeli e turisti ebrei alla spianata sul Monte del Tempio (a Gerusalemme) definendole “una provocazione” volta a “profanare la moschea di al-Aqsa”, e giustificando in questo modo le aggressioni degli ultimi mesi da parte di giovani palestinesi con lanci di pietre contro gli “ebrei”, cosa che ha determinato più volte l’intervento della polizia israeliana.
12 settembre 2013 – “Il nostro fallimento collettivo per non aver impedito le atrocità degli ultimi due anni e mezzo in Siria rimane come un pesante fardello sul prestigio delle Nazioni Unite e dei suoi stati membri”. Lo ha detto mercoledì il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon a un convegno delle Nazioni Unite sulla prevenzione del genocidio.
12 settembre 2013 – “Noi non sappiamo come finirà la rivoluzione in Egitto, né la corsa agli armamenti iraniana o il massacro in Siria, ma monitoriamo da vicino gli sviluppi in modo prudente e responsabile”. Lo ha detto mercoledì il ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon, che ha aggiunto: “Israele non ha mai desiderato la guerra e abbiamo sempre aspirato alla pace. Oggi è lo stesso”.
12 settembre 2013 – “La minaccia militare contro Assad è ciò che lo ha costretto ad accettare l’iniziativa di privare il suo regime delle armi chimiche. Ma non ci si può fidare che rispetti il patto”. Lo ha detto mercoledì il presidente d’Israele Shimon Peres, che ha aggiunto: “Il problema centrale oggi è la credibilità: se la Siria si comporterà in modo affidabile e prenderà misure concrete per rimuovere e distruggere le sue armi chimiche, allora gli Stati Uniti non attaccheranno”.
12 settembre 2013 – Secondo l’agenzia di stampa Interfax, che cita una fonte russa, Mosca avrebbe sottoposto mercoledì agli Stati Uniti il suo piano per il passaggio sotto controllo internazionale dell’arsenale siriano di armi chimiche, e intende discuterne giovedì a Ginevra.
12 settembre 2013 – Egitto. Il gruppo qaedista Ansar al-Bayt Maqdis, attivo nella penisola del Sinai, ha dichiarato d’aver attaccato l’esercito egiziano. Mercoledì un doppio attenuato suicida con autobombe contro una postazione delle forze di sicurezza a Rafah (Sinai settentrionale) ha causato la morte di almeno sei militari egiziani e il ferimento di altri 17.
12 settembre 2013 – La Russia offrirà all’Iran una nuova fornitura di missili anti-aerei S-300 e il coordinamento per la costruzione di un ulteriore reattore nucleare a Bushehr. Lo ha scritto il giornale russo Kommersant secondo il quale il presidente russo Vladimir Putin avrebbe già incaricato il suo staff di preparare gli accordi per poterne discutere con il presidente iraniano Hassan Rohani durante il loro incontro in programma per venerdì. Più tardi nella setssa giornata il portavoce di Putin, citato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti, ha smentito la notizia.
12 settembre 2013 – Il quotidiano Al Mustaqbal, affiliato a Hezbollah, ha scritto che una delegazione speciale di iraniani specialisti nella difesa anti-aerea è arrivata in Siria alcuni giorni fa per assistere il regime di Assad in vista di possibili attacchi aerei stranieri.
12 settembre 2013 – Qasim Saad al-Din, un portavoce dell’opposizione siriana, ha detto al giornale arabo edito a Londra Asharq Al -Awsat che il compromesso russo-americano sulle armi chimiche di Damasco è stato raggiunto “a spese del sangue del popolo siriano”.
12 settembre 2013 – Il presidente Usa Barack Obama ha detto martedì d’aver dato ordinato alle forze armate americane di “mantenere la loro attuale posizione per mantenere la pressione su Assad ed essere in grado di reagire se la diplomazia dovesse fallire”.
12 settembre 2013 – Hamas ha cercato mercoledì di allentare le tensioni con il Cairo ordinando a decine di predicatori musulmani delle moschee della striscia di Gaza di non attaccare più, nei loro sermoni, il governo egiziano voluto dai militari, accusato da molti islamisti d’aver scatenato una “guerra contro l’islam”. “I predicatori devono evitare di parlare degli affari interni dell’Egitto e concentrarsi sui nostri problemi nazionali palestinesi e sulla lotta per la liberazione della nostra terra” ha detto Ismail Rudwan, “ministro” di Hamas per gli affari religiosi a Gaza.
11 settembre 2013 – Un cittadino siriano, che ha subito gravi ferite alla testa negli scontri della guerra civile del suo paese, è stato ricoverato martedì allo Western Galilee Hospital di Nahariya (Israele).
11 settembre 2013 – Un comunicato diffuso dalle Brigate Martiri di al-Aqsa (ala “militare” di Fatah) esorta tutte le unità e le cellule “in sonno” a prepararsi per uno scontro con “l’occupazione israeliana”, specificando che a partire da venerdì vi sarà “luce verde” per compiere attentati (Nota: venerdì sera inizia Yom Kippur, la solenne giornata del digiuno e dell’espiazione del calendario ebraico).
11 settembre 2013 – L’Università di Gerusalemme si è classificata prima fra le università d’Israele e al 141esimo posto nella lista mondiale “QS World University 2013″, pubblicata questa settimana dalla società specializzata britannica Quacquarelli Symonds che ogni anno classifica le università in base a sei fattori principali. Altre università israeliane quotate nella classifica sono il Technion Institute of Technology di Haifa (183esimo posto) e l’Università di Tel Aviv (196esimo posto). Il mese scorso l’Università di Gerusalemme era risultata la prima d’Israele e 59esima nel mondo nella classifica ARWU della Shanghai Jiao Tong University.
11 settembre 2013 – “Tutti noi speriamo che questa opzione (Damasco che cederebbe il controllo sulle armi chimiche per evitare un attacco militare) possa costituire una vera soluzione alla crisi. Tuttavia dobbiamo stare molto attenti e assicurarci che non sia solo una manovra dilatoria”. Lo ha detto martedì il Segretario alla difesa Usa, Chuck Hagel, parlando al Congresso. “Affinché questa opzione diplomatica abbia una possibilità di successo – ha aggiunto – deve persistere una credibile e concreta minaccia di intervento militare degli Stati Uniti”. Al contrario, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato martedì alla tv che la proposta non avrà successo a meno che gli Stati Uniti e i loro alleati non rinuncino da subito all’uso della forza contro Damasco.
11 settembre 2013 – Egitto. Durante le operazioni contro roccaforti terroristiche nel Sinai, l’esercito egiziano ha trovato documenti che rivelano piani degli jihadisti “per assassinare un certo numero di alte figure pubbliche e militari”, tra cui il ministro della difesa e uomo forte dell’attuale regime, generale Abdel Fattah al-Sisi. Lo ha scritto martedì il sito web Al-Ahram, citando fonti ad alto livello della sicurezza egiziana.
11 settembre 2013 – “Abbiamo sentito di questa iniziativa (Damasco che cederebbe il controllo sulle armi chimiche per evitare un attacco militare), ma si tratta solo delle armi chimiche e non fermerebbe lo spargimento di sangue del popolo siriano”. Lo ha detto martedì il ministro degli esteri del Bahrain, Khaled bin Ahmed al-Khalifa, in una conferenza stampa a Gedda. Il Bahrain detiene la presidenza di turno del Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo, organismo sunnita che è tra i principali sostenitori dei ribelli anti-Assad.
11 settembre 2013 – “Siamo in attesa di vedere la proposta, ma non aspetteremo a lungo”. Lo ha detto martedì il segretario di stato Usa John Kerry in un’audizione alla Camera dei Rappresentanti. Ed ha aggiunto: “Il presidente Obama studierà attentamente la proposta, ma è chiaro che deve essere rapida, deve essere concreta e deve essere verificabile. Non deve essere una manovra dilatoria”. Nel frattempo il presidente Usa Barack Obama ha chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’autorizzazione ad attacchi militari contro la Siria, per dare alla Russia il tempo di far sì che la Siria ceda il controllo sulle proprie armi chimiche.
11 settembre 2013 – Il primo ministro siriano Wael al-Halki, citato martedì dalla tv di stato, ha dichiarato che il suo paese appoggia la proposta russa secondo la quale Damasco cederebbe il controllo sulle proprie armi chimiche per evitare un possibile attacco militare degli Stati Uniti. In precedenza anche il ministro degli esteri siriano Walid al-Moallem, citato dall’agenzia Interfax, aveva detto che la Siria accettava la proposta.
11 settembre 2013 – L’idea di mettere l’arsenale di armi chimiche della Siria sotto controllo internazionale è stata discussa la scorsa settimana dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente Usa Barack Obama a margine del vertice G20. Lo ha affermato martedì il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, senza fornire maggiori dettagli.
11 settembre 2013 – La Siria avrebbe firmato “importanti contratti” con l’Iran che coprirebbero il suo fabbisogno di cibo, medicine e altro, stando a quanto ha annunciato martedì la tv di stato siriana.
11 settembre 2013 – La Russia sta lavorando a un piano “concreto ed effettivo” per mettere le armi chimiche della Siria sotto controllo internazionale, e ne sta discutendo i dettagli con Damasco. Lo ha detto martedì il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov.
11 settembre 2013 – La Municipalità di Tel Aviv ha lanciato una connessione internet Wi-Fi gratuita in 60 siti sparsi per tutta la città, soprattutto sulla spiaggia e il lungomare, nei parchi pubblici e nelle piazze principali. La connessione gratuita sarà a velocità limitata per evitare abusi.
11 settembre 2013 – “Il nostro governo non cederà una virgola dei suoi diritti assoluti” sul nucleare. Lo ha affermato il neo presidente iraniano Hassan Rouhani parlando a un gruppo di chierici in Iran, citato martedì dall’agenzia di stampa Mehr.
11 settembre 2013 – Il presidente Usa Barack Obama desidera “voltare pagina” nelle relazioni fra Washington e l’Iran del neo presidente Hassan Rouhani. Lo ha scritto martedì il quotidiano panarabo Al-Hayat edito a Londra, secondo il quale Obama avrebbe fatto pervenire questo messaggio al regime di Teheran attraverso il sovrano dell’Oman, Qaboos bin Said Al Said. Washington avrebbe esortato l’Iran ad andare oltre la retorica e adottare misure concrete che dimostrino la volontà di migliorare i rapporti con l’Occidente.
11 settembre 2013 – Attesi fra circa una settimana i risultati dell’indagine degli ispettori Onu che hanno indagato sulla strage da armi chimiche del 21 agosto scorso nei sobborghi est di Damasco. Lo ha scritto martedì il quotidiano arabo edito a Londra Al-Hayat.
11 settembre 2013 – Il presidente Usa Barack Obama ha definito “potenzialmente positiva” la proposta russa di premere su Damasco perché metta le sue armi chimiche sotto controllo internazionale. “Ma penso che inizialmente bisognerà prendere questa proposta con un grano di sale”, ha tuttavia aggiunto Obama, parlando lunedì sera alla NBC.
11 settembre 2013 – La crisi siriana in corso ha costretto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad annullare un viaggio in Italia programmato per questa settimana. Lo hanno confermato lunedì fonti governative a Gerusalemme spiegando che negli ultimi giorni Netanyahu ha impegnato una grande quantità di tempo in “consultazioni sulla sicurezza” a vari livelli. In effetti, Netanyahu quest’anno non ha nemmeno rilasciato le tradizionali interviste alla vigilia di Rosh Hashanà (capodanno ebraico).
11 settembre 2013 – Una sposa bambina di otto anni è morta nello Yemen a causa di emorragie interne subite durante la prima notte di nozze, dopo essere stata costretta a sposare un uomo che ha cinque volte la sua età. Ne ha riferito il britannico Daily Mail, citando attivisti locali per i diritti umani. La bambina, identificata solo come Rawan, è morta nella zona tribale di Hardh, nel nord-ovest dello Yemen, ai confini con l’Arabia Saudita. Lo Yemen aveva fissato a 15 anni l’età minima per il matrimonio, ma nel 1990 il parlamento ha annullato la legge sostenendo che spetta ai genitori decidere quando una figlia va sposa.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
La nuova campagna palestinese contro gli ebrei al Monte del Tempio
Fatah vuole mostrarsi come il campione della difesa dei luoghi sacri islamici contro i “complotti” degli ebrei
di Khaled Abu Toameh
L’Autorità Palestinese ha intensificato questa settimana la sua campagna di attacchi contro Israele sull’accesso alla spianata del Monte del Tempio di Gerusalemme (dove fino al I secolo e.v. sorgeva il Tempio degli ebrei e oggi si trovano le moschee di Omar e di al-Aqsa) definendo una “provocazione” le visite di ebrei al luogo sacro.
Permettere agli ebrei di accedere al Monte del Tempio, ha avvertito un portavoce del governo palestinese a Ramallah, equivale a dare “luce verde all’escalation di aggressioni dei coloni contro i palestinesi, le loro proprietà e i loro luoghi sacri”. L’Autorità Palestinese sostiene che le visite di ebrei al Monte del Tempio fanno parte di un complotto israeliano volto a “giudaizzare e dividere” il sito, con l’obiettivo finale di ricostruire un Tempio ebraico. Le visite di gruppi di turisti ebrei vengono descritte dai mass-media sotto controllo dell’Autorità Palestinese come tentativi di “orde di coloni e di estremisti ebrei di prendere d’assalto e profanare la moschea di al-Aqsa”.
La campagna palestinese contro i visitatori ebrei ha già scatenato nel corso degli ultimi mesi numerose proteste violente dentro e attorno alla spianata del Monte del Tempio, costringendo la polizia israeliana a intervenire più volte contro gruppi di giovani che lanciavano pietre contro gli ebrei in visita. Ma le tensioni sembrano destinare a perdurare dal momento che la dirigenza dell’Autorità Palestinese appare intenzionata a incrementare la sua campagna. Martedì scorso, un gruppo legato a Fatah, la fazione che fa capo al presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen), si è spinta al punto di invocare “operazioni di fedayin [guerriglia]” contro Israele per protestare contro le visite di ebrei al Monte del Tempio. La dirigenza ufficiale dell’Autorità Palestinese non ha ancora preso le distanze da questo appello agli attacchi terroristici ad opera delle Brigate Martiri di Al-Aqsa: una minaccia non si sa quanto concreta, ma il cui scopo è evidentemente quello di terrorizzare gli ebrei per impedire loro di accedere al Monte del Tempio.
Quali obiettivi cerca di raggiungere l’Autorità Palestinese con questa campagna?
In primo luogo la dirigenza dell’Autorità Palestinese cerca di mostrarsi agli occhi dei palestinesi e di tutti i musulmani come un campione della difesa dei luoghi sacri islamici contro i “complotti” degli ebrei, in un momento in cui i paesi arabi e islamici possono essere accusati di non fare nulla in questo senso.
In secondo luogo, l’Autorità Palestinese cerca probabilmente di distogliere l’attenzione dalla sua controversa decisione di riprendere i negoziati diretti con Israele. La dirigenza palestinese è stato oggetto di pesanti attacchi e critiche per aver fatto questo passo, o quantomeno per averlo fatto senza strappare le pre-condizioni che si riprometteva di imporre a Israele.
In terzo luogo, la campagna è stata pensata per rappresentare Israele come un paese che non nutre rispetto per la religione e i luoghi santi degli altri: il che può rendere più facile per l’Autorità Palestinese esigere il controllo non solo sul Monte del Tempio, ma anche su tutta Gerusalemme est con il pretesto che Israele starebbe violando leggi e convenzioni internazionali sulla città. Questa rappresentazione, in ogni caso, può anche tornare utile come uno degli argomenti che i palestinesi stanno già preparando per poter addossare a Israele la responsabilità del loro eventuale affossamento del negoziato.
Il vero problema è che questa campagna attorno a uno dei siti più sacri per l’islam (oltre che per l’ebraismo) potrebbe scatenare un’ondata di violenze molto peggiore delle aspettative. Come si ricorderà, anche la cosiddetta seconda intifada, l’intifada delle stragi non a caso chiamata dai palestinesi “intifada al-Aqsa”, scoppiò alla fine del 2000 dopo che la dirigenza palestinese aveva condotto una campagna simile a questa, raccontando ai palestinesi che gli ebrei stavano cercando di distruggere la moschea di al-Aqsa.
(Fonte: Jerusalem Post, 11 Settembre 2013)
http://www.israele.net/la-nuova-campagna-palestinese-contro-gli-ebrei-al-monte-del-tempio
#4Emanuel Baroz
Perché il mondo pensa che il sangue ebraico non costi niente?
http://www.ilborghesino.blogspot.it/2013/09/perche-il-mondo-pensa-che-il-sangue.html
#5lassiebaubau
In realta’ vi dico,da quando sono in Internet,mai ho sbagliato,ho cambiato ,molte volte il nick name o la mia E-mail,ho saputo che voi siete dei semplici Reporter per lavoro,e no potete dipendere dallo Stato di Israele o averne a che fare,anche con vostre dure critiche per colpa e causa stessa di Israele,ancor prima dell’ultima caduta di Egitto,che ha a che fare con noi,ai commenti,insomma,vi dico che se la Serbia entrera’ a far parte della NATO,e si mette contro all’occupazione fatta da Albania,dentro nella Serbia del Sud,Israele sara’ un nuovo Stato membro della NATO. Ogni modo,ancora oggi,Israele e’ a rischio di guerra contro Egitto o contro il popolo di Egitto,e’ prevedibile un futuro andare avanti di Israele contro di Arabia Saudita,sembra che la decisione di Arabia Saudita,e’ di fare diventare tutto ribelle,quindi io presumo,tra l’altro,che Arabia Saudita o Palestina,ha dato dei soldi a Egitto,e che e’ solo per questo motivo,che era al potere il Presidente Morsi,potrebbe essere anche che Egitto,ha dato dei soldi alla persona sbagliata,cioe’ a Morsi,ancora prima di diventare il nuovo Presidente.