Disse in classe: «La Shoah non è provata»
Assolto il professore negazionista
Per i giudici il fatto non sussiste. Contestata violazione della legge Mancino che non sanziona ancora queste dichiarazioni
Roma, 13 Novembre 2013 – Era il Novembre del 2008 quando il professore Roberto Valvo, insegnante di Storia dell’arte al liceo artistico di via di Ripetta, venne denunciato dal padre di una studentessa della IV C, dopo che la figlia gli aveva raccontato a casa quanto successo in classe pochi giorni prima a proposito del suo cognome di origine ebraica: «Il professore dopo aver affermato che bisogna stare attenti agli ebrei perché sono furbi, intendendo disonesti, ha detto che secondo lui non erano veri i fatti dell’Olocausto e dei campi di concentramento e che i filmati sulle deportazioni erano falsi fatti anni dopo e non nel periodo storico originario. Ha messo in discussione il numero dei morti, dicendo che i sei milioni non erano sicuri, che la stima era errata. E che durante la guerra tutti erano magri, non solo chi era nei campi di concentramento».
Bufera, sospensione del prof (poi rientrata nel 2009)e processo. Che ieri si è concluso con un’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Il pm Perla Lori aveva chiesto una condanna a cinque mesi di carcere in base alla legge Mancino: discriminazione o odio etnico, nazionale, razziale o religioso.
«È stato affermato un importante principio sulla libertà di opinione», commenta l’avvocato Giuseppe Pisauro, difensore dell’insegnante. Ma in attesa delle motivazioni della sentenza, va valutata anche la possibilità che a pesare sia stata la mancanza nel codice penale di una specifica norma sul negazionismo.
«Sono amato, rispettato Non sono un reo che debba chiedere di andarsene. Le ragioni della denuncia? Subcultura, ignoranza», aveva commentato Valvo al momento di essere reintegrato, cinque mesi dopo i fatti. Con altre parole aveva ripetuto gli stessi concetti in un consiglio di classe nel quale votò contro il viaggio d’istruzione ad Auschwitz: «I ragazzi devono pensare con la loro testa», spiegò.
E in un’altra aula – stavolta della Cassazione – il pg ha chiesto che l’Italia riconosca l’immunità alla Germania per tutti i crimini commessi contro cittadini militari e civili italiani durante il nazismo e rinunci a citare in giudizio la Repubblica federale tedesca per chiederle il risarcimento dei danni patiti dalle vittime come sancito dalla Corte internazionale dell’Aja. La decisione entro un mese. A dibattimento c’era il ricorso della Germania contro la sentenza con la quale la Corte di appello di Firenze, nel 2011, l’ha condannata a risarcire con 30 mila euro più interessi a partire dal 1945 un ex deportato italiano morto un anno fa a 87 anni.
Nella foto in alto: il liceo artistico Ripetta, di Roma
#1Alberto Pi
Assolto il professore che negò l’esistenza dell’olocausto
Roberto Valvo aveva detto a una studentessa di origine ebraica, i cui nonni avevano conosciuto i campi di sterminio, che tutto sommato si era trattato di una montatura cinematografica. Per la procura non è reato esprimere la propria opinione.
ROMA – Aveva negato l’Olocausto, dicendo a una studentessa di origine ebraica, i cui nonni avevano conosciuto i campi di sterminio, che tutto sommato si era trattato di una montatura cinematografica. Ma è stato assolto, perché per il giudice esprimere la propria opinione non è un reato, nemmeno se l’idea manifestata è “aberrante” e “lesiva della sensibilità” di una ragazzina.
È questo il motivo che ha scagionato il professor Roberto Valvo, ex docente di Storia dell’arte al liceo artistico Ripetta, imputato con l’accusa di discriminazione razziale o religiosa, per aver propagandato teorie negazioniste di fronte a Sofia, 16 anni. Per il magistrato, nonostante abbia fatto commenti e osservazioni certamente censurabili moralmente, non ha mai inteso propagandare tali sue idee. La condotta di propaganda è tale solo quando destinata a un uditorio vasto. E quel giorno, in classe, c’erano solo tre studenti.
– “Gli ebrei sono furbetti”
Il 31 ottobre 2008, mentre quasi tutti avevano aderito a uno sciopero, Valvo chiese alla ragazzina le sue origini, incuriosito dal cognome, e lei aveva risposto di essere ebrea. “Ah, gli ebrei sono furbetti, bisogna stare attenti!”, era stata la replica del docente. A quel punto, in privato, Sofia aveva chiesto a Valvo cosa ne pensasse della Shoah. E lui aveva risposto che i numeri dell’Olocausto non sono autentici e la tragedia della Shoah dovrebbe essere ridimensionata. Persino i video dei campi di concentramento sarebbero stati girati da una sfilza di registi.
(Fonte: Cado in piedi, 10 ottobre 2014)
#2alessandro
Giustamente assolto, uno dei rari casi di giustizia efficiente. La libertà di opinione, anche se non vi piace, va tutelata.