Londra riconosce la “Palestina” senza fare i conti con Israele
A castigare la House of Commons ci ha pensato ieri un editoriale del Times: “Qual è l’argomento urgente che discute oggi il Parlamento inglese? Il sostegno a un Kurdistan indipendente, forse? I legami della Gran Bretagna con i sostenitori dello Stato islamico come il Qatar? No. Una mozione proposta da un gruppo di parlamentari vuole che il governo ‘riconosca lo stato di Palestina accanto allo stato di Israele’ ”.
E’ un voto storico e trasversale quello che ieri si è tenuto al Parlamento di Londra. Le conseguenze di questo voto non sono di incidere nell’immediato sulla politica estera britannica. Ma sicuramente, nella stessa settimana in cui la Svezia ha riconosciuto la “Palestina”, avrà conseguenze politiche in Medio Oriente. Dopo la guerra di Gaza, l’Autorità palestinese di Mahmoud Abbas sta cercando di trasformare la diplomazia in un’arma di guerra con la costruzione di un asse internazionale per isolare Israele. E’ questo il significato della decisione palestinese di tornare all’Onu per farsi riconoscere quello che i palestinesi hanno rifiutato nel 1937, nel 1948, 2000 e 2008. Ovvero in tutte le partite negoziali con Israele. Non riescono a liquidare Israele con le armi. Allora si rivolgono alle cancellerie e alle Nazioni Unite. Per questo è importante che Londra non faccia il gioco del fronte del rifiuto.
Cent’anni fa la diplomazia inglese varò il primo documento politico per la nascita dello stato ebraico. Era la Dichiarazione Balfour. Il voto della House of Commons è da alcuni inteso come una nuova Balfour. Ma stavolta, anziché per costruire un focolare ebraico, servirebbe a disfarlo e a darlo in pasto al mondo islamico.
(Fonte: Il Foglio, 14 Ottobre 2014)
Nella foto in alto: il reale pensiero di Abu Mazen (Mahmoud Abbas)
#1Emanuel Baroz
14 ottobre 2014 – Il portavoce ufficiale del primo ministro David Cameron ha detto che la politica estera britannica non cambierà nonostante la votazione “simbolica” di lunedì con cui il parlamento di Londra ha approvato (con 274 voti contro 12) una mozione “non vincolante” secondo la quale “il governo dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele come contributo per assicurare una soluzione negoziata a due stati”. La Gran Bretagna non classifica la Palestina come “stato”, ma dice che potrebbe farlo in qualsiasi momento se ritenesse che ciò possa favorire il processo di pace tra palestinesi e Israele. Cameron e i suoi ministri si sono astenuti. “Da molto tempo – ha detto il portavoce di Cameron – l’approccio del governo è a sostegno di una soluzione a due stati e continueremo a lavorare in questo senso con diversi interlocutori internazionali: Israele, Autorità Palestinese. Sono stato piuttosto chiaro circa la posizione del governo, ed essa non verrà modificata”.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
GLI INGLESI DICONO “SI” ALLA PALESTINA, UN’ANALISI STORICA
di Ugo Volli per Progetto Dreyfus
https://it-it.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/704789369597427
#3Parvus
Non si può che esecrare questo comportamento dei parlamentari britannici.
Però anche Israele dovrebbe fare un maggior sforzo per non farsi mettere nell’angolo, sforzarsi di spiegare più chiaramente che Israele non tiene occupata la Cisgiordania per manie espansioniste, ma solo per un esigenza di sicurezza strategica dettata dall’ostilità della Lega Araba Hamas e Olp. Nessuno si preoccuperebbe oggi in Francia se la frontiera con la Germania non fosse strategicamente sicura; Ma ai tempi di Hitler questo sarebbe stato un gravissimo problema, lo stesso vale per il confine fra Israele e i paesi arabi.