Siria: accuse ad Israele per raid aereo vicino aeroporto di Damasco contro depositi di armi
Damasco, 7 Dicembre 2014 – La televisione di stato siriana e quella di Hezbollah hanno affermato che jet israeliani avrebbero attaccato due impianti della difesa siriana nel sobborgo di Dimas, alla periferia di Damasco, nei pressi dell’aeroporto internazionale..
Secondo alcuni media libanesi a essere distrutti sarebbero stati alcuni depositi che contenevano batterie di missili S-300 di fabbricazione russa. Non sono state segnalate vittime e non vi sono stati finora comunicazioni ufficiali da parte dell’esercito israeliano.
In serata Salim Idris, ex capo del Consiglio militare supremo dell’Esercito Libero Siriano (anti-Assad), parlando a un’emittente sussidiaria della tv Al-Arabiya ha detto che l’obiettivo del presunto attacco aereo in Siria era probabilmente una fornitura di armamenti destinata a Hezbollah, notizia poi confermata anche da organi di stampa israeliani.
Secondo le autorità siriane questo attacco sarebbe “un’aggressione che dimostra il coinvolgimento diretto di Israele nel sostenere, insieme ad altri Paesi occidentali e ad altri Paesi della regione, il terrorismo in Siria“. In precedenza il Comando generale dell’esercito siriano aveva affermato che i raid israeliani rappresentano “un crimine contro l’integrità territoriale della Siria“.
Ricordiamo come già nel Maggio del 2013 Israele attaccò un convoglio che trasferiva armi destinate ad Hezbollah dalla Siria.
(Fonte: Ansa, Adnkronos, Rights Reporter, 7 Dicembre 2014)
#1Emanuel Baroz
Israele: messaggi in chiaro a Teheran ed Hezbollah. Distrutti S-300 e Fateh-110
Nel doppio bombardamento di ieri in Siria sono state distrutte batterie di missili S-300 e missili Fateh-110 in grado di colpire a 300 Km di distanza. Anche se Israele non conferma l’attacco, si tratta a tutti gli effetti di una azione difensiva e legittima.
Il doppio attacco israeliano di ieri in Siria, sebbene non confermato ufficialmente da Israele, è tutto fuorché una mossa elettorale di Netanyahu come sostengono alcuni media di sinistra israeliani. Al contrario è un messaggio molto chiaro all’Iran e ai suoi alleati regionali, Hezbollah e Assad, un messaggio che conferma ancora una volta che Israele non permetterà il trasferimento di missili o di sistemi d’arma avanzati agli Hezbollah libanesi, anche a costo di bombardare in Siria sorvolando il Libano.
Stando a quanto riferiscono alcune fonti anonime di intelligence israeliana, a essere distrutte non sarebbero state solo alcune batterie si missili terra-aria S-300 di fabbricazione russa ma anche missili terra-terra Fateh-110 di fabbricazione iraniana i quali sarebbero arrivati in Siria nei giorni scorsi a bordo di alcuni cargo provenienti da Teheran ed erano pronti per essere trasferiti in Libano agli Hezbollah. E’ la seconda volta che la consegna di Fateh-110 a Hezbollah viene impedita con attacchi aerei ma è presumibile che nei mesi scorsi alcune consegne siano riuscite. In particolare i missili distrutti ieri sarebbero stati i Fateh-110-D-1 cioè l’ultima generazione di questi missili in grado di colpire obbiettivi a 300 Km di distanza.
Solo pochi giorni fa il Comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, il Gen. Mohammad Ali Jafari, aveva detto che «i missili iraniani sono in grado di colpire qualsiasi zona di Israele» riferendosi anche a quelli in possesso di Hezbollah. In effetti i Fateh-110 potrebbero essere lanciati addirittura da oltre la linea blu stabilita dalle Nazioni Unite con la risoluzione 1701 e colpire ogni punto sul territorio israeliano, quindi l’azione israeliana, ammesso che ci sia stata, è stata a tutti gli effetti una azione difensiva.
http://www.rightsreporter.org/israele-messaggi-in-chiaro-a-teheran-ed-hezbollah-distrutti-s-300-e-fateh-110/
#2Emanuel Baroz
Siria accusa Israele,raid vicino Damasco
Secondo la televisione siriana e l’agenzia ufficiale Sana
Caccia israeliani hanno compiuto oggi due raid nei pressi di Damasco, bombardando – secondo fonti di stampa israeliane – depositi militari con missili destinati ad Hezbollah. A denunciare le incursioni sono state le autorità siriane, che hanno puntato il dito contro “un’aggressione che dimostra il coinvolgimento diretto di Israele nel sostenere, insieme ad altri Paesi occidentali e ad altri Paesi della regione, il terrorismo in Siria”. Compreso quello jihadista dello Stato islamico (Isis). L’attacco – non confermato ufficialmente né smentito dallo Stato ebraico – avviene nel giorno in cui un rapporto delle Nazioni Unite certifica che “Israele intrattiene da mesi costanti e regolari contatti con gruppi militanti di ribelli siriani che combattono contro il regime del presidente Bashar al-Assad”. In particolare, i peacekeeper delle Forze Onu dell’Undof spiegano che ufficiali israeliani e miliziani sostenuti dall’estero “hanno collaborato direttamente” lungo il confine israelo-siriano negli ultimi 18 mesi, permettendo il transito di persone, feriti portati in Israele per essere curati, e “casse consegnate a combattenti” in territorio siriano. Secondo quanto riferito dai media siriani, i bombardamenti odierni effettuati dai jet israeliani non hanno causato vittime, ma danni materiali. “Il nemico israeliano – ha precisato la televisione ufficiale – ha attaccato la Siria prendendo come obiettivo due regioni (governative) messe in sicurezza (controllate da Damasco n.d.r.) nella provincia della capitale: il settore di Dimas, vicino al confine con il Libano, e quello dell’aeroporto internazionale” di Damasco. Abitanti dell’area hanno riferito di aver sentito numerose forti esplosioni. Dal canto suo il Jerusalem Post scrive dei raid citando anonime fonti straniere, secondo le quali obiettivo dei bombardamenti erano armi pesanti e sofisticate provenienti dall’Iran e destinate ad essere consegnate agli Hezbollah libanesi transitando dalla Siria. Una tesi sostenuta anche da una fonte anonima statunitense in dichiarazioni alla Cnn. “Israele ha colpito missili ed equipaggiamenti che avrebbero dovuto essere consegnati agli Hezbollah” in Libano. L’esercito e l’aeronautica militare israeliani hanno compiuto numerosi attacchi contro postazioni militari siriane dall’inizio della rivolta, in un primo tempo pacifica, contro il regime di Bashar al-Assad nel 2011. L’ultima incursione aerea israeliana in territorio siriano risale allo scorso marzo. In quell’occasione i caccia avevano preso di mira postazioni militari nella regione di Quneitra, vicino al Golan occupato da Israele nel 1967. In precedenza avevano colpito, sempre in territorio siriano, infrastrutture del movimento sciita Hezbollah, sostenitore di Assad e nemico giurato di Israele.
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/12/07/siria-accusa-israeleraid-vicino-damasco_1dde03ec-7063-41aa-8a2b-832486348664.html
#3Emanuel Baroz
La Siria accusa Israele: raid vicino all’aeroporto di Damasco
Sarebbero stati bombardati due siti a sud della capitale siriana. Secondo al-Arabiya morti due membri del partito sciita libanese Hezbollah. Il regime siriano chiede all’Onu di adottare misure “deterrenti” per fermare lo Stato ebraico
http://www.repubblica.it/esteri/2014/12/08/news/la_siria_accusa_israele_raid_vicino_all_aeroporto_di_damasco_yemen_giallo_su_soldato_usa_rapito_in_blitz_fallito-102373212/
#4Frank
Bel colpo, come sempre. Penso che l’Iran comincia a tremare con questi bombardamenti mirati. Evviva L’IDF . Ahaaaa…
#5Emanuel Baroz
L’Iran usa le banche cinesi per finanziare Hezbollah?
di Francesco De Palo
L’Iran userebbe banche cinesi per finanziare aziende legate alle Guardie Rivoluzionarie Iraniane, l’unità speciale Quds Force. Si tratta del braccio armato che rifornisce con mezzi e armi i filo-iraniani nell’intera macro-regione: gruppi come Hezbollah, Hamas e milizie sciite in Iraq. Lo sostiene un report dell’intelligence occidentale i cui contenuti sono stati diffusi da Reuters.
IL REPORT
Shenzhen Lanhao è una delle numerose aziende in Cina che, secondo il rapporto, è destinataria di fondi iraniani tramite l’intermediazione di una banca di Pechino. Fondi che poi sono utilizzati per operazioni internazionali condotte dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie “elite Quds Force”.
COSA FA QUDS
Quds fornisce armi, mezzi, know how e sostegno ai gruppi militanti filo-iraniani in Medio Oriente, oltre a disporre di una serie di forze governative addestrate alla guerra civile siriana (violando l’embargo di Onu, Ue e Usa). Il fil rouge tra Banca centrale dell’Iran (CBI) e la Banca Kunlun (una costola della China National Petroleum Corp) ha attirato i servizi proprio in virtù del fatto che Quds è legata a realtà come la Bamdad Development Capital Co. Quest’ultima avrebbe avviato una serie di trasferimenti da questi conti verso soggetti cinesi controllati direttamente da Quds o a imprese cinesi che, a loro volta, erano debitrici verso Quds, come appunto Shenzhen Lanhao.
IL RUOLO DI KUNLUN
Secondo il report, i trasferimenti di denaro dai conti dalla CBI alla Banca Kunlun venivano avviati e quindi convogliati alle società cinesi collegate a Quds. L’obiettivo? Soddisfare le esigenze finanziarie, anche in considerazione del fatto che Kunlun, fino al 2012, nonostante fosse un attore noto nell’intermediazione finanziaria con Teheran, non era stata ancora associata ufficialmente a Quds.
PASSAGGIO DI DENARO
Che fine faceva il denaro dopo il passaggio da Kunlun a terzi? Il rapporto sostiene che Quds poteva utilizzarlo per le acquisizioni in Cina e per finanziare tutti i tipi di attività segrete in altri Paesi. Il rapporto non specifica il modo con cui i fondi in uscita da CBI e da Kunlun venivano in seguito implementati dai Quds. La replica di Pechino si basa sul fatto che le relazioni commerciali cinesi con l’Iran e con altri Paesi non violano le leggi internazionali. “La Cina intrattiene rapporti commerciali normali con i Paesi interessati, compreso l’Iran”, ha detto il portavoce del ministro degli Esteri, Hong Lei. “Questo non viola alcuna legge internazionale né la risoluzione del Consiglio di sicurezza, e non danneggia gli interessi di altri Paesi né della comunità internazionale.”
GLI SCENARI
Il movimento sospetto di fondi iraniani s’intreccia però con le difficoltà di far rispettare le sanzioni contro l’Iran, in un momento in cui l’Occidente intero auspica l’accordo sul nucleare con Teheran, previsto entro la prossima settimana. A spiccare è l’esistenza di un rapporto consolidato tra Teheran e Pechino. La Cina è d’altronde il maggior cliente del petrolio della Repubblica islamica.
LE PROSPETTIVE
Dal 2012, le sanzioni del Tesoro americano all’Iran hanno colpito i fondi provenienti dalle esportazioni di petrolio, tra cui 22 miliardi dollari presso Kunlun. Tuttavia, dallo scorso anno, si è registrato un allentamento delle restrizioni nell’ambito di un accordo bilaterale con la Cina, senza dimenticare il potenziale accordo sul nucleare raggiunto con sei potenze mondiali nel novembre di dodici mesi fa. Punto sul quale a Vienna, tra pochi giorni, si tenterà una nuova intesa globale che impedisca all’Iran di dotarsi di una bomba atomica.
http://www.formiche.net/2014/11/19/liran-usa-le-banche-cinesi-finanziare-hezbollah/
#6Emanuel Baroz
Missili iraniani Fateh-110 per Hezbollah
di Eugenio Roscini Vitali
Fonti iraniane hanno recentemente affermato che il movimento libanese Hezbollah ha ricevuto un numero non precisato di missili balistici a corti raggio Fateh-110, sistemi d’arma che sviluppano un raggio d’azione superiore ai 250 km e che permettono al braccio armato del Partito di Dio di minacciare gran parte del territorio israeliano, colpendo obiettivi militari e civili a sud di Be’er Sheva, nel Negev settentrionale.
La notizia, pubblicata dall’agenzia di stampa FARS e dal quotidiano Qiam Sejjiha, è stata confermata da due alti esponenti delle Forze Aeree dei Guardiani della Rivoluzione Islamica. Il comandante, generale Amir Ali Hajizadeh (foto qui sotto), in una intervista rilasciata l’11 novembre scorso ha riferito di impianti per la fabbricazione di missili che i tecnici iraniani avrebbero realizzato in Siria e di un flusso di armi verso il Libano e i territori palestinesi.
Il suo vice, il generale Seyed Majid Moussavi, in merito alla situazione mediorientale ha confermato l’esistenza di un arsenale missilistico tale da poter minacciare sia di il nord che il sud di Israele.
Per lo Stato ebraico la fornitura di missili ad Hezbollah e a tutti i gruppi armati palestinesi rappresenta una linea invalicabile, una soglia oltre la quale scatta la cosìddetta azione militare preventiva. Lo testimoniano i numerosi attacchi ai convogli e ai siti di stoccaggio sferrati dalle forze aeree israeliane in Libano e in Siria, bombardamenti che hanno lo scopo di interrompere il rifornimento di missili che via Damasco armano i miliziani del movimento sciita libanese.
Il Fateh-110, che Hezbollah definisce un “reale fattore di deterrenza nei confronti di Israele”, è un missile superficie-superficie a corto raggio e singolo stadio a propellente solido, progettato nel 1995 dall’azienda iraniana Shahid Bagheri Industries.
Nato come evoluzione del razzo da 610 mm Zelzal-2 (versione iraniana del cinese Dong Feng DF-11), nel corso degli anni è stato ridisegnato e migliorato sia nel sistema di guida che nel propulsore, passando dai 200 km di gittata e 250 metri di probabilità di errore (CEP) della prima generazione (Fateh-110), varata nel 2002, agli oltre 300 km di gittata e 100 metri di CEP della quarta generazione (Fateh A-110-D1) realizzata dal 2012.
La seconda generazione, prodotta nel 2004, ha dato vita alla variante siriana M-600, missile usato da Hezbollah contro Israele durante la guerra del 2006. La terza e quarta generazione sono armate con 650 kg (1.433 lb) di esplosivo convenzionale ad alto impatto distruttivo e hanno un sistema di guida inerziale e GPS o a ricerca elettro-ottica dell’obiettivo. Il missile, che vola ad una velocità di Mach 3, potrebbe essere armato con testate biologiche, chimiche o con submunizioni ed equipaggiato con booster supplementari che, secondo fonti iraniane, gli permetterebbero di raggiungere un rggio d’azione operativo di circa 400 chilometri.
http://www.analisidifesa.it/2014/12/missili-iraniani-fateh-110-per-hezbollah/
#7Emanuel Baroz
Le balle mediatiche sull’attacco israeliano in Siria
Fantasiose teorie di pseudo analisti si rincorrono in rete e nei servizi TV in merito al recente attacco israeliano in Siria. In realtà è tutto molto semplice.
di Noemi Cabitza
A prescindere dalla conferma di Gerusalemme, credo che ci siano pochi dubbi sul fatto che ad attaccare due obbiettivi in Siria siano stati dei caccia israeliani. Il dibattito tutt’al più verte sui reali motivi di questo attacco.
Ieri sera mi è capitato di sentire un servizio (ottimisticamente chiamato “analisi”) su Rai News 24 nel quale l’autore metteva in dubbio l’ipotesi che i caccia israeliani avessero attaccato alcuni depositi di missili S-300 in quanto, a suo dire, le batterie di S-300 sono così grosse da non poter essere spostate in Libano senza che UNIFIL non se ne accorga quindi non sarebbero stati una minaccia per Israele. Nello stesso servizio sempre l’autore “analista” spiegava che le notizie che gli S-300 fossero arrivati in Siria dall’Iran sarebbero state errate in quanto la Russia (che produce il micidiale sistema S-300) non avrebbe mai consegnato quel sistema a Teheran. Dopo di che si è lanciato in una serie di ipotesi secondo le quali Israele starebbe dando sostegno ai ribelli siriani tra i quali, va ricordato, ci sono galantuomini come il Fronte Al-Nusra e, soprattutto, l’ISIS. L’autore (di cui non ricordo il nome) non ha detto nulla di nuovo rispetto a quello che sostengono i media anti-israeliani, siriani, libanesi e iraniani. E’ la stessa linea editoriale copiata punto per punto. Peccato che sia una balla colossale e vi spieghiamo perché.
E’ vero che la Russia non ha mai consegnato gli S-300 all’Iran (almeno ufficialmente) ma alla Siria ne ha consegnati diversi e non è la prima volta che Damasco cerca di trasferirli agli Hezbollah. Oltretutto tali sistemi d’arma possono benissimo essere trasportati smontati anche se non ce n’è bisogno dato che per Hezbollah sarebbe sufficiente farli arrivare al di sopra della linea azzurra che delimita il controllo di UNIFIL.
Dall’Iran non sono arrivati gli S-300 ma i Fateh-110, missili in grado di colpire con una buona precisione obbiettivi a 300 Km di distanza trasportando testate esplosive o chimiche potentissime. Forse per Israele sono un pericolo maggiore delle batterie S-300. Ed è questo che i caccia israeliani hanno colpito oltre alle succitate batterie S-300. Quindi cercare altri obbiettivi o altre ragioni per il raid aereo israeliano in Siria è semplicemente ridicolo.
Israele non fornisce alcun aiuto né ad Al-Nusra né tantomeno all’ISIS. Questa è una balla gigantesca anche perché tutti sanno che sia Al-Qaeda che lo Stato Islamico hanno tra i loro obbiettivi la distruzione di Israele. Israele ha curato diverse volte le persone siriane (combattenti o meno) arrivate sul confine del Golan gravemente ferite, ha fatto cioè il suo dovere umanitario di paese civile. Niente di più, niente di meno. Se Israele cura i famigliari dei boss di Hamas tanto più può curare i siriani feriti. L’unica cosa che può spingere Israele a intromettersi nel conflitto siriano sono quindi le consegne di armi che la Siria potrebbe fare ad Hezbollah. Il Governo israeliano lo ha detto più volte e ogni volta che ha colpito in Siria lo ha fatto perché un certo tipo di armamenti stavano per finire nella disponibilità di Hezbollah.
Infine c’è da dire un’altra cosa, giusto per essere precisi, o quantomeno più precisi di certi “analisti” della RAI. La Russia fa arrivare le armi e i suoi sistemi d’arma destinati al regime di Damasco nel porto di Tartus mentre l’Iran rifornisce la Siria attraverso un ponte aereo. Quando le armi arrivano (soprattutto quelle russe) non sono montate. Per questo c’è un apposito team di esperti russi sia a Tartus che nei vari depositi (il più importante è nei pressi dell’aeroporto di Damasco). Israele non colpisce e non ha mai colpito i sistemi d’arma “smontati” e nemmeno quelli destinati all’esercito siriano, Israele è sempre intervenuto nel momento esatto in cui armi e sistemi d’arma stavano per essere consegnati a Hezbollah, lo ha fatto sempre evitando di colpire nei momenti in cui i tecnici russi potevano essere all’interno dei depositi. Tutto questo per dire che le operazioni condotte dall’aviazione israeliana sono estremamente precise e mirate,mai fatte a caso o per favorire qualsivoglia “resistenza”. Il resto sono tutte balle.
http://www.rightsreporter.org/le-balle-mediatiche-sullattacco-israeliano-in-siria/