Giudea e Samaria: molotov contro famiglia israeliana in auto. Bambina di 11 anni molto grave
Gerusalemme, 25 Dicembre 2014 – Un uomo e la figlia di 11 anni sono stati feriti da una bomba molotov in Giudea e Samaria. L’automobile sulla quale padre e figlia viaggiavano ha preso fuoco e i due passeggeri sono stati costretti ad abbandonare il veicolo in fiamme. La ragazzina ha riportato gravissime ustioni nell’incidente, il padre non è grave. Entrambi sono stati ricoverati allo Sheba Medical Center, a Tel Hashomer.
Drammatiche le condizioni della ragazzina che, secondo i medici, ha riportato ustioni di terzo grado in metà del corpo. A dare notizia dell’incidente è stato l’esercito israeliano, spiegando che il probabile attacco palestinese è avvenuto nei pressi dell’insediamento ebraico di Ma’ale Shomron, a nord di Nablus. Immagini trasmesse da alcune tv mostrano un’auto avvolta nelle fiamme con i vigili del fuoco impegnati a domare l’incendio.
La televisione israeliana Canale 10 ha riferito che la ragazzina ferita, Ayala Shapira, per due volte nell’ultimo mese è stata al centro di un attentato con molotov . Secondo la stessa fonte, infatti, settimane fa l’automobile della famiglia Shapira era stata colpita da una bottiglia incendiaria , ma non aveva preso fuoco.
(Fonte: Corriere.it, 25 Dicembre 2014)
Thanks to Progetto Dreyfus
Nelle foto in alto: l’auto oggetto dell’attacco terroristico in fiamme e Ayala Shapira, la bambina di 11 anni rimasta ferita in maniera molto grave nell’attacco
#1Daniel
Israele: bambina bruciata viva e attentato a Gerusalemme. Ecco la pace chiesta dal Papa
di Noemi Cabitza
Tutti bravi a chiedere la pace in Medio Oriente, specie in occasione delle festività. Nella messa di mezzanotte a Betlemme l’hanno chiesa un po’ tutti tranne Abu Mazen, ipocrita come sempre a mostrare il suo faccione terrorista dentro una chiesa cattolica, giusto per farsi altre simpatie. L’ha chiesta con forza ieri anche Papa Francesco. La risposta dai palestinesi è arrivata a stretto giro di posta: una bambina israeliana di appena 11 anni rischia di morire perché qualche “buon palestinese” ha cercato di bruciarla viva insieme alla sua famiglia.
E non è finita qui. Questa mattina l’ennesimo attacco all’arma bianca da parte di un terrorista palestinese contro poliziotti israeliani a Gerusalemme Est. Il bilancio è di sue feriti in modo lieve (per fortuna).
Pace? Che parolone quando ci sono di mezzo i palestinesi. Sono decenni che avrebbero potuto fare la pace, costruirsi un loro Stato e vivere dignitosamente del proprio lavoro come fanno tutti nel mondo. Ma la parola “pace” non esiste nel vocabolario palestinese.
E francamente fa impressione vedere Abu Mazen, mandante morale di questi vili attentati, sedere in prima fila nella chiesa di Betlemme, con quel suo ghigno ipocrita e criminale che gli fa leggermente piegare la bocca quando il patriarca latino chiede, ancora una volta, la pace. Abu Mazen sa che quelle parole sono per lui un invito a nozze perché nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di dire apertamente chi è che non vuole la pace preferendo rimanere sul vago (quando va bene) o incolpando apertamente Israele invece che i veri responsabili, Abu Mazen (e Arafat prima di lui) e Hamas, cioè i palestinesi. La “pax palestinese” è solo la distruzione di Israele ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo.
E mentre una bambina di 11 anni lotta tra la vita e la morte grazie alla “pax palestinese” i terroristi si godono lo spettacolo del santo Natale, sfottono Gesù Cristo chiamandolo “palestinese” e addirittura musulmano perché tanto sanno che nessuno avrà il coraggio di contraddirli, anzi, troveranno sempre più odiatori pronti a dar loro ragione anche contro ogni più umana e ragionevole logica. E nessuno pensa che se oggi un cristiano può visitare la Natività a Betlemme o andare al Santo Sepolcro di Gerusalemme è perché c’è Israele a difendere quei luoghi sacri, perché se fossero nelle mani di gente come Abu Mazen o di Hamas su quei luoghi sacri ci costruirebbero una bella moschea, come hanno già fatto sul Monte del Tempio.
Volete la pace? Abbiate il coraggio di nominare chi non la vuole, abbiate il coraggio che ebbe Gesù Cristo con i mercanti nel Tempio, abbiate il coraggio di puntare il dito contro chi la pace non la desidera affatto. Quando avrete questo coraggio potrete parlare di pace.
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