Il 25 Aprile simbolo di una Liberazione usurpata ormai dagli odiatori di Israele
Dopo aver piano piano epurato dalla memoria della resistenza tutte le altre formazioni, quella sinistra che detiene ormai il monopolio della Resistenza, caccia dal 25 Aprile anche ex-deportati ed ebrei
di Alex Zarfati
Oggi l’Associazione Nazionale Ex Deportati con un comunicato prende le distanze dal revisionismo degli organizzatori del corteo che già da tempo cercano di rovesciare il significato di questa festa, cercando di mettere le vittime di ieri sul banco degli imputati. Di questo clima intimidatorio ne fanno le spese gli amici della Brigata Ebraica – formazione inquadrata nell’esercito inglese che diede un significativo contributo ebraico alla liberazione dei territori di Romagna e oltre dal giogo nazi-fascista – e delle associazioni che in questi ultimi anni si erano distinte per incarnarne i valori e portarne in alto i simboli come l’Associazione Romana Amici d’Israele. Per questo l’ARADI, l’ANED e altre sigle – come Progetto Dreyfus – che si propongono obiettivi diversi ma si sono sempre compattate sotto le insegne della Brigata, in questa giornata rinunceranno a sfilare.
Una rinuncia che non dev’essere interpretata come un cedimento, o come una sconfitta, perché fino allo scorso anno ebrei e non ebrei sostenitori della Brigata si sono battuti con successo per vedere riconosciuto il proprio spazio non disdegnando anche il confronto duro con chi li voleva cacciare dal corteo. Ma la misura è colma, a quale causa giova prendere spintoni, sputi, offese e aggressioni senza che altre sigle presenti – tutte paladine dei diritti delle minoranze e del pacifismo – muovano un dito?
Gli ebrei, i partigiani ebrei, i nostri morti e gli scampati ai lager, i nostri prigionieri politici, gli amici della Brigata Ebraica, gli antifascisti di ogni provenienza, si sono fatti spazio nella storia versando sangue, sudore, lacrime. Non hanno avuto paura dei nazisti figuriamoci se possono temere 10 sigle sgangherate, antidemocratiche e revisioniste che vorrebbero farci credere che chi ieri si alleava con Hitler oggi abbia più diritto di noi di scendere in piazza a manifestare per la libertà.
Ma noi il 25 Aprile non ci saremo. Non perché cadrà di Shabbat senza che nessuno si sia posto nemmeno la decenza di domandarsi se fosse il caso di spostare le celebrazioni per permettere e a coloro che hanno avuto più lutti di poter manifestare. Ma perché quando ci stringiamo intorno ai nostri simboli, non ci piace girarci intorno e vedere negli sguardi malcelata sopportazione od odio, addirittura. Il 25 Aprile non ci saremo, perché della nobiltà dei padri della resistenza, in questi giovani miserabili che ne hanno hackerato la memoria, non ce n’è più traccia.
Nelle foto in alto: scene dal corteo del 25 Aprile 2014 a Roma
#1Emanuel Baroz
25 aprile, i filopalestinesi cacciano gli ebrei dalla Festa della Liberazione
http://www.progettodreyfus.com/25-aprile-i-filopalestinesi-cacciano-gli-ebrei-dalla-festa-della-liberazione/
#2Emanuel Baroz
Perchè quest’anno non parteciperò alla manifestazione del 25 Aprile
http://www.progettodreyfus.com/perche-questanno-non-partecipero-alla-manifestazione-del-25-aprile/
#3Emanuel Baroz
Il 25 Aprile, a Porta San Paolo l’ANED – Roma ( Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti) non ci sarà!
Siamo giunti a questa amara e travagliata decisione a seguito a quanto accaduto nella riunione tenutasi presso la Casa della Memoria lunedì 30 marzo 2015, in preparazione della manifestazione/corteo per i 70 anni del 25 aprile 1945, Festa della Liberazione.
Dopo lunghe ore di discussione conflittuale con le organizzazioni presenti, ANPI, Partigiani Giustizia e Libertà, CGIL, Partito Comunista, Rifondazione Comunista, Brigata Ebraica, Comunisti Italiani, Unione Studenti Italiani, Patria Socialista, Centro Sociale Acrobat, Centro Sociale Link, Fronte Palestina, Rete Romana Palestina, Rappresentanza Palestina in Italia, e altre molte delle quali non si capisce a che titolo presenti, discussioni in cui le minacce e gli insulti hanno prevalso, e hanno evidenziato gli stessi inaccettabili presupposti che, nelle passate edizioni, hanno dato luogo a veri e propri episodi di intolleranza.
Noi che rappresentiamo gli ex deportati, sommersi e salvati, nei campi nazisti, sia politici che razziali, non possiamo accettare che lo spirito e i significati del 25 aprile, della Resistenza e della Liberazione vengano così totalmente snaturati e addirittura fatti divenire atto di accusa contro le vittime stesse del nazifascismo.
Non possiamo accettare che rappresentati della lotta partigiana, della Liberazione, siano messi al bando solo ed esclusivamente per intolleranza.
Con grande tristezza nel cuore quest’anno, quindi, non ci potremo essere
ANED –ROMA
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=950663898307061&id=588019244571530
#4Emanuel Baroz
Palestinesi in testa al corteo: gli ebrei disertano il 25 aprile
Ebrei ed ex deportati non saranno presenti al corteo di Roma: “Durante la guerra i palestinesi erano alleati dei nazisti”
di Sergio Rame
Un’assenza che sarà ricordata negli annali dal 25 aprile. Per la prima volta ebrei ed ex deportati non saranno presenti al corteo che tradizionalmente sfila a Porta San Paolo.
Il motivo, accennato ieri dall’Aned, è oggi spiegato apertis verbis dal presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “Dato che sarà Shabbat non saremo presenti, ma non ci saremo anche perché i palestinesi, che chiedono di essere al corteo, durante la guerra erano alleati dei nazisti”.
Pacifici ricorda le tensioni dello scorso anno tra la Brigata ebraica e gli esponenti dei centri sociali e delle associazioni a sostegno della Palestina. “È stato l’epilogo di una sommatoria di incidenti, insulti e tensioni che ogni anno si ripetono – spiega il presidente della Comunità ebraica di Roma – mi hanno anche chiamato fascista. Eppure il 25 aprile dovrebbe essere una giornata di festa. Le organizzazioni pro Palestina – aggiunge – pretendono che non ci sia quel giorno il simbolo della brigata ebraica che liberò l’Italia dal nazifascismo insieme alle truppe alleate e ai partigiani. E sulla rete si stanno organizzando scrivendo che se ci saranno ci picchieranno. Tutto questo è assurdo”. Già ieri l’Aned aveva parlato di decisione sofferta arrivata al termine di un’assemblea tenutasi presso la Casa della Memoria durante la quale, “ci sono state discussioni in cui le minacce e gli insulti hanno prevalso, e hanno evidenziato gli stessi inaccettabili presupposti che, nelle passate edizioni, hanno dato luogo a veri e propri episodi di intolleranza”. E avevano ribadito: “Noi che rappresentiamo gli ex deportati, sommersi e salvati, nei campi nazisti, sia politici che razziali non possiamo accettare che lo spirito e i significati del 25 aprile, della Resistenza e della Liberazione vengano così totalmente snaturati e addirittura fatti divenire atto di accusa contro le vittime stesse del nazifascismo. Non possiamo accettare che rappresentati della lotta partigiana, della Liberazione, siano messi al bando solo ed esclusivamente per intolleranza”.
Non sono solo i pro Palestina che, secondo la Comunità ebraica e l’Aned, non dovrebbero essere presenti al corteo. Non sono graditi nemmeno centri sociali e Patria socialista, una sigla che alcuni definiscono “i fascisti rossi”. “Bisogna lasciare fuori i protagonismi e le strumentalizzazioni – commenta il presidente dell’Anpi romano, Ernesto Nassi – parleranno dal palco solo coloro che hanno combattuto nella guerra di Liberazione. Questo 70esimo deve essere svolto come ricordo di una delle pagine più bella della storia italiana, e non permetteremo a nessuno di rovinarlo. Siamo stanchi di subire quello che accade ogni 25 aprile, che è la festa dei democratici e degli antifascisti. Per tutti quelli che si riconoscono in questi valori, non ci sono preclusioni – conclude – fermo restando che la cosa più importante è tenere nel cuore chi ha partecipato alla Guerra di Liberazione. Alzare la tensione non è certamente utile alla buona riuscita di questa festa”. E si chiede: “Non è che si tratta di un tentativo di delegittimare l’Anpi e la sua storia?”.
(Fonte: Il Giornale, 3 Aprile 2015)
#5Emanuel Baroz
Un’ipocrita Liberazione
La brigata ebraica che non può sfilare e il doppiopesismo dei partigiani.
Alle prossime celebrazioni della festa della Liberazione, se non cambiano le cose, parteciperanno delegazioni di movimenti palestinesi (che non hanno peraltro mai rinnegato gli appelli lanciati dal gran mufti di Gerusalemme che invitava a combattere insieme alle armate hitleriane), mentre saranno esclusi i reduci della brigata ebraica che si è distinta per l’eroismo con cui ha combattuto il Terzo Reich. Com’è che si è arrivati a una situazione che non è solo paradossale ma francamente intollerabile? Da anni nelle sfilate della Resistenza i rappresentanti ormai anziani della brigata ebraica sono fatti segno di dileggio e di provocazioni da parte di gruppi di arabi di varia estrazione, senza che le organizzazioni partigiane che convocano queste manifestazioni abbiano sentito il dovere di reagire.
Ora l’associazione dei deportati ha chiesto che sia garantita la presenza degli ebrei deportati e di quelli che hanno combattuto il nazismo, il che risulta impossibile se restano gli inviti alle sedicenti rappresentanze della resistenza palestinese (che comunque la si consideri non è la Resistenza al nazismo che si ricorda il 25 aprile). Non avendo avuto risposte, l’associazione dei deportati ha dovuto rinunciare a partecipare a una manifestazione che dovrebbe essere la sua, perché mediocri ragioni di opportunismo politico hanno indotto le organizzazioni partigiane a non chiarire i rapporti con chi partecipa ai cortei solo per esprimere l’odio nei confronti degli ebrei, che nel momento del ricordo della lotta contro il nazismo dovrebbe essere bandito. Se sarà così, se le autorità resistenziali e i partiti che le appoggiano non ci ripenseranno, sarà davvero una festa della Liberazione falsa e triste.
(Fonte: Il Foglio, 7 Aprile 2015)
#6Emanuel Baroz
“Perchè le bandiere palestinesi ? Noi da anni aggrediti in piazza”
di Gabriele Isman
“Portiamo lo striscione della Brigata ebraica nel corteo del 25 aprile dal 2003: l’ultima volta che ci è stato consentito di parlare dal palco fu cinque anni fa e anche in quell’occasione non mancarono le contestazioni”.
Alberto Tancredi, 50 anni, è il presidentedell’associazione romana “Amici di Israele”. Iniziamo dalla riunione del 30 marzo: lei c’era. Cosa è successo? «Era il quarto appuntamento alla Casa della Memoria per preparare il corteo. Ci aveva invitato come sempre l’Anpi: le altre volte eravamo 30 persone al massimo, qui ci siamo ritrovati in 70. Ho avuto l’impressione di una contestazione organizzata: erano tutti contro Israele e la Brigata ebraica».
Impossibile una mediazione? «La Brigata ha contato non poco nella Liberazione italiana, basta guardare le tombe nel cimitero di Piangipane in Emilia-Romagna. Abbiamo provato a dire che avremmo portato solo le mostrine della Brigata e non la bandiera che ormai coincide con il vessillo d’Israele. Ci è stato risposto che non era aocettabile». Come vi hanno contestato? «Dicendoci che non era tollerabile la presenza di uno Stato che per loro è fascista e sionista. Noi volevamo parlare del 25 aprile: del resto si può discutere altri 364 giorni all’anno». Siete contrari alla presenza di bandiere palestinesi? «Non ne capiamo il senso. In quel corteo si ricorda la Liberazione italiana, non il conflitto mediorientale. Per altro il Gran Mufti di Gerusalemme era alleato con Hitler, ci sono fotoche li ritraggono assieme. Tra le due bandiere quella meno opportuna è proprio la palestinese, da un puntodi vista storico. Ma chi era alla riunione ha contestato anche questa verità». Ultima domanda ci sarete al corteo? «No, non ci sono le garanzie di sicurezza per noi e per la Brigata».
(Fonte: La Repubblica, 5 Aprile 2015, pag. 20)
#7Emanuel Baroz
25 aprile: Roma, Aned e Brigata Ebraica non ci saranno, gli antisemiti di estrema sinistra sì – Comunicato dell’Aned
E l’Anpi che fa, tace ?
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=57747
#8Emanuel Baroz
25 Aprile: Anpi Roma rinuncia a corteo
Manifestazione a Porta S.Paolo,”con chi partecipò a Liberazione”
(ANSA) – ROMA, 16 APR – Niente corteo per il 70esimo anniversario della Liberazione a Roma. Dopo la defezione della Brigata ebraica, della Comunità ebraica e degli ex deportati, l’Anpi ha deciso di annullare il tradizionale corteo per una manifestazione a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza a Roma. “Onoriamo il 70esimo assieme a chi partecipò alla guerra di Liberazione”, è l’invito dell’Anpi. Lo scorso anno tensioni e scontri tra rappresentanti della comunità e esponenti dei centri sociali Pro-Palestina.