Milano: ebreo accoltellato fuori ristorante kosher

 
Emanuel Baroz
13 novembre 2015
7 commenti

Accoltellato ebreo, paura a Milano

L’aggressione davanti a una pizzeria kosher. L’assalitore aveva un passamontagna. Colpito alle spalle e al volto da un uomo incappucciato

di Simona Ravina Gianni Santuci

milano-ebreo-accoltellato-ristorante-kosher-antisemitismo-focus-on-israelMilano, 12 Novembre 2015 – Una persona sola, probabilmente un uomo, forse di carnagione chiara e con una capigliatura bionda, il viso parzialmente coperto da un passamontagna: con un imponente spiegamento di forze del ordine è caccia all’aggressore che ieri sera, poco prima delle otto e mezza, in viale San Gimignano, periferia sudovest di Milano, stava per uccidere Nathan Graff, 40 anni, di nazionalità israeliana, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina.

Graff è ricoverato all’ospedale Niguarda, con sei ferite da arma bianca: è stato colpito da tre coltellate alla schiena, da una al volto, e da altre due alla gola e a un braccio. Non ci fosse stato un passante intervenuto per difenderlo e gridare, lanciando l’allarme, le conseguenze sarebbero state più gravi, anche se comunque Graff è stato sottoposto a due Tac; uno dei colpi alla schiena è molto profondo mentre quello in faccia rischia di rovinargli il nervo ottico.

Viale San Gimignano è in uno dei quartieri più densamente abitati dalla comunità ebraica, che ha chiesto un immediato potenziamento delle misure di sicurezza. Graff, che si occupa di mense e controlli nel settore alimentare, abita in questa strada. Era arrivato a bordo di un taxi e si era fatto lasciare all’inizio del viale, per percorrere il rimanente tratto a piedi. Indossava la kippah, era «riconoscibile». Oltre al passante che l’ha salvato, ci sono altri due testimoni: una ragazzina e una donna. Delle indagini sull’agguato si occupa la polizia. C’è una telecamera, collocata in una «buona» posizione le cui immagini potrebbero essere determinanti. Se l’aggressore ha agito da solo, nessuno può escludere che ci fosse un complice che lo attendeva in macchina per fargli guadagnare la fuga.

Alla moglie, in ospedale, Graff ha raccontato di aver sentito alle spalle i passi di una persona, che ha cominciato a correre per raggiungerlo, e che l’ha accoltellato, sia da dietro sia in viso per poi puntare al collo. Sempre dalla comunità ebraica, senza nascondere la paura e l’angoscia per l’aggressione, escludono categoricamente che Graff abbia dei nemici, sia nella sfera privata che in quella del lavoro; la moglie, raggiunta nei corridoi dell’ospedale, ha ripetuto che è stata «un’aggressione preparata e pianificata, condotta sicuramente da un arabo».

(Fonte: Il Corriere della Sera, 13 Novembre 2015)

Nella foto in alto: il luogo dell’attentato antisemita a Milano e, nel riquadro, la vittima Nathan Graff, 40 anni

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  • #1Emanuel Baroz

    Ebreo ortodosso accoltellato in strada a Milano

    Un ebreo ortodosso di 40 anni, che indossava gli abiti tipici, è stato accoltellato questa sera in strada a Milano, davanti al ristorante kosher `Carmel´. Trasferito all’ospedale Niguarda, non sembra sia in gravi condizioni, nonostante le diverse coltellate ricevute alla schiena e al volto.

    L’episodio è avvenuto alle 20.15. L’israeliano, genero di rav Hetzkia Levi secondo la comunità ebraica, stava tornando a casa da solo quando è stato avvicinato alle spalle da un uomo incappucciato. Un’azione veloce e al momento senza una rivendicazione. Alcuni fendenti alla schiena, poi lo sfregio al volto e infine la fuga. A chiamare i soccorsi è stata una donna che ha assistito alla scena e che potrebbe fornire elementi molto utili agli investigatori della polizia. Altre persone ascoltate sul posto hanno raccontato di aver sentito l’aggressore urlare «ti ammazzo» e lo avrebbero visto togliersi il cappuccio rivelando una capigliatura bionda.

    L’uomo ferito, genero di un rabbino di origini afghane in visita a Milano con la figlia, trasferito al Niguarda, ha subito un intervento per ricucire il taglio al volto.

    L’agguato è avvenuto in via San Gimignano 14, a pochi metri da un ristorante kosher che a pranzo è sempre pieno di ragazzini all’uscita da scuola. È proprio la location ad aumentare la preoccupazione della comunità, che teme possa trattarsi di un’azione ben studiata e con un chiaro significato politico.

    «Abbiamo il timore che sia un episodio simile a quelli avvenuti a Parigi, con i `cani sciolti´ che emulano quanto avviene in Medioriente» ha commentato Ruggero Gabbai, consigliere comunale Pd e membro della comunità ebraica.

    «La reazione a caldo è difficile, certamente siamo molto spaventati», prosegue a distanza Walker Meghnagi, ex presidente della comunità di Milano. «Un’aggressione così non ce la saremmo mai aspettata, siamo molto scossi tutti. L’agguato deve essere stato organizzato con cura perché è avvenuto a cento metri dal ristorante pizzeria kosher dove vanno a mangiare i ragazzini a pranzo. Comunque abbiamo un dialogo continuo delle forze dell’ordine, ci aiutano con la difesa dei luoghi ebraici. Ma è la politica a dover prendere una posizione chiara. La Mogherini si interessa all’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie invece di pensare a cose più importanti. Questo porta a irrigidire le posizioni, e a spingere queste persone che vogliono emulare ciò che succede in Israele».

    «È l’episodio più grave che si sia mai verificato a Milano», ha commentato il co-presidente della Comunità ebraica di Milano, Raffaele Besso.

    «Dobbiamo costatare che l’appello dell’Isis di colpire gli ebrei ovunque si trovino purtroppo sta facendo proseliti» ha aggiunto la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.

    Sul movente, al momento, non ci sono elementi chiari. La polizia ha lavorato tutta la notte per ricostruire l’episodio e raccogliere immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.

    http://www.linformale.eu/ebreo-ortodosso-accoltellato-in-strada-a-milano/

    13 Nov 2015, 11:15 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Milano, ebreo accoltellato al volto nei pressi di un ristorante kosher

    Choc a Milano: intorno alle 20.20 un ebreo ortodosso è stato accoltellato al volto in via San Gimignano, quartiere Lorenteggio, nei pressi del ristorante kosher “Carmel”.

    Da quanto si è appreso, la vittima è un ebreo israeliano ortodosso di 40 anni della comunità milanese e genero del rabbino di origina afghana rav Hetzkia Levi, in visita a Milano in questi giorni.

    L’uomo indossava la kippah, copricapo tipico della religione ebraica. Secondo una prima ricostruzione l’aggressore, coperto da un cappuccio, sarebbe sopraggiunto all’improvviso e, una volta raggiunta la vittima, avrebbe sfoderato l’arma colpendolo con 9 coltellate, alcune alla schiena e altre al volto. La più grave lo ha ferito in pieno viso causandogli un taglio di circa 7 centimetri. Subito dopo l’aggressore si è dileguato facendo perdere le proprie tracce. La vittima è stata prontamente soccorsa. Sul posto il 118 che ha trasportato l’uomo all’ospedale Niguarda.

    Sull’episodio sta indagando la Digos della Questura di Milano: al momento non vi sono evidenze che possano far pensare ad una matrice antisemita. È quanto emerge dai primi accertamenti della polizia che ha sentito tutti i testimoni presenti sul posto ricostruendo la dinamica dell’accoltellamento. Quello che si sa dell’aggressore, allontanatosi subito dopo il ferimento, è che non ha proferito parole antisemite o razziste, limitandosi forse a farfugliare qualcosa simile al «ti ammazzo». L’uomo, che non parlava arabo, è stato visto allontanarsi da una donna che portava fuori il cane e notato togliersi il passamontagna con il quale ha agito mostrando capelli biondi e carnagione chiara.

    In un primo momento sul sito della comunità ebraica di Milano era stato, come riportato anche dall’agenzia Omnimilano, sostenuto che gli aggressori fossero tre arabi, tra i quali anche una donna.

    «L’attentato è avvenuto proprio vicino alla nostra comunità – spiega a caldo il co-presidente della comunità ebraica milanese Raffaele Besso – da quanto abbiamo saputo la vittima stava rientrando a casa quando improvvisamente è stato raggiungo da un uomo incappucciato che gli ha inferto numerose coltellate. Per fortuna è fuori pericolo. Adesso gli investigatori stanno verificando l’esistenza delle registrazioni di eventuali telecamere di sicurezza». E aggiunge: «Non abbiamo ricevuto minacce ma in questi ultimi tempi si sono verificate aggressioni agli ebrei sia in America sia in Europa e questa è la prima volta che un episodio di questa gravità accade in Italia».

    Sotto choc anche i gestori del ristorante: «Un episodio terribile ma totalmente inaspettato – spiega Lolita, la titolare del ristorante Carmel – non abbiamo ricevuto in questi giorni minacce o segnali di alcun tipo. Tra noi della comunità è in corso un giro di telefonate: siamo tutti molto allarmati. Conosciamo la vittima e non possiamo immaginare le motivazioni dell’aggressore».

    «Dopo 30 anni l’odio antisemita torna a far scorrere il sangue in Italia», ha commentato Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma.

    http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/milano_ebreo_accoltellato/notizie/1676444.shtml

    13 Nov 2015, 11:16 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    L’odio violento verso l’ebreo è arrivato a Milano

    di Gheula Canarutto Nemni

    E’ arrivata anche qui. Sorvolava nell’aria minacciosa, varcava confini che non la possono fermare, camminava silente nelle pagine dei giornali e nei link di Youtube. E ora è qui. A Milano. Nella mia città. Mi sono svegliata stamattina con una sensazione di incredulità. Ma dopo avere ringraziato D-o per avermi restituito l’anima, mi sono detta ‘e perché non avrebbe dovuto arrivare anche qui?’. La violenza contro gli ebrei. Penso all’uomo che stava camminando ieri per strada tranquillo, immerso nei propri pensieri, mentre da dietro qualcuno sfilava un coltello e in pochi secondi cambiava il corso della sua e della nostra storia con nove pugnalate. Lo conosco quell’uomo, lo conosco bene. E’ il marito di una mia amica, al sabato, in sinagoga, ci dà la birkat cohanim, la benedizione dei sacerdoti. E’ un uomo alto e grosso, sembra uscito dalle leggende del Baal Shem Tov, D-o deve averlo fatto così per poter sopravvivere all’odio che ieri sera l’ha colpito in maniera così brutale.

    Guardo fuori dalla finestra e penso che in queste strade, nel 1942, mia nonna scappava con mio nonno e la loro famiglia.

    Penso alla paura che doveva attanagliare il suo stomaco all’idea che là fuori ci fossero persone che la odiavano così tanto. Nella mia mente ritornano i suoi racconti che hanno segnato la mia infanzia. La fuga in mezzo alla notte, le poche cose care che stavano in una valigia, il ‘non portare niente che faccia capire che siamo ebrei’ di mio nonno, il suo infilare di nascosto il suo libro di preghiere. Il loro camminare nelle vie di Milano cercando di fingere di non essere chi sono. Il brigadiere che li ferma, che apre le loro valigie, che trova il libro di preghiere su cui sta scritto ‘libro di preghiere ebraico di rito italiano’, il loro cuore che si ferma. Alla domanda

    ‘e questo cosa è’

    mia nonna risponde

    ‘un libro per dare ripetizioni di greco’.

    E il miracolo del brigadiere che finge di crederci e dice

    ‘andate’.

    Sveglio i miei figli e contro ogni mio principio educativo e di vita, li calo nella realtà in cui ci stanno avvolgendo.

    Mentre sto dicendo che devono stare attenti, mi sento che sto rubando una parte della loro infanzia. Sto creando la paura verso i mostri, quelli veri, che girano per le strade alla ricerca dell’ebreo, come nel Medioevo, come nei pogrom, come durante il fascismo.

    Sistemo la kippah sulla loro testa, baciamo la mezuzà sullo stipite prima di uscire. Andiamo a scuola con la sensazione di stare andando al fronte.

    Immagino mia nonna, ormai ultra novantenne, abbracciarmi come una volta. E dirmi.

    ‘D-o ci ha protetto finora e continuerà a proteggerci. Non smettere di avere fede. Continua a credere. In D-o e nell’uomo.’

    Stasera in sinagoga le nostre preghiere saranno più forti della paura dei mostri che ci stanno inseguendo.

    http://gheulacanaruttonemni.com/2015/11/13/lodio-violento-verso-lebreo-e-arrivato-a-milano/

    13 Nov 2015, 11:17 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Quanti sono, in Italia, gli accoltellatori di Nathan Graff?

    http://www.linformale.eu/quanti-sono-in-italia-gli-accoltellatori-di-nathan-graff/

    13 Nov 2015, 11:17 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    SE TORNA L’ANTISEMITISMO, TU DA CHE PARTE STAI?

    di Jacopo Tondelli

    Portava una kippah, era vestito “da ebreo”, camminava nel quartiere ebraico di Milano. Si è preso sette coltellate, una lunga diversi centimetri in pieno volto. Quanto vorremmo che il movente dell’efferato delitto non fosse quella kippah, quell’abito da ebreo, quella riconoscibile appartenenza. Quanto temiamo, dolorosamente, che Nathan Graff, cittadino israeliano genero di un rabbino, sia stato accoltellato proprio per per quello. Ancora non sappiamo la verità, e speriamo – per assurdo che possa sembrare, quando si parla di un crimine che sicuramente è stato commesso – che abbia un’origine diversa da quella

    Non ci sono parole per dire il malessere vero, profondo, che ci assale, come milanesi, come cittadini italiani, nel pensare che proprio nella nostra città, dove i quartieri a più alta densità ebraica scivolano verso una periferia di integrazione difficile e malesseri, dove lo scintillio di Expo e della Darsena non sono arrivati, essere ebrei, nel 2015, è pericoloso.

    L’episodio drammatico, ovviamente in attesa di capire i contorni del fatto, impone alcune riflessioni da mandare a memoria, buone sempre, a prescindere dall’esito delle indagini. La prima: l’antisemitismo, forma archetipica di ogni razzismo e capace di germinare l’ossessione monotematica e lo sterminio, non è morto. Anzi. Inchieste giornalistiche e dati statistici ci rivelano che il nostro antisemita, proprio nell’Europa nell’Europa nata dalle ceneri di Auschwitz, è vivo, e lotta contro di noi. Sottovalutare, relativizzare, non litigare con chi avalla, è già un omicidio.

    La seconda: Milano, la città che amiamo ormai raccontare come il modello della città risolta, dell’Italia che ce la fa, è un posto complesso, che accoglie pulsioni contraddittorie, una metropoli stratificata e non pacificata, come ogni vera metropoli europea. Un posto anche violento, che fa ancora emergere rabbie ataviche, pregiudizi, esclusioni. Su questo fronte, fermando immediatamente la “caccia all’arabo” e ogni propaganda troppo in fretta buttata in pasto a opposti pregiudizi, ci si aspetta che chi è nato in nome degli ideali di fraternità libertà e uguaglianza si alzi, in fretta, e oltre alla solidarietà mostri idee, risolutezza, e nessun distinguo. Nessun “eh, però Israele”. Nessun “ma insomma, con tutte le discriminazioni che ci sono vi mobilitate proprio per un ebreo’, e così via.

    Alzarsi in piedi immediatamente, unitamente, contro un’ipotesi, foss’anche remota, di violenza antisemita, significa infatti alzarsi a difesa dei fondamenti del nostro stare insieme come comunità, dell’accettazione e della difesa del diritto all’essere minoranza etnica e religiosa. È un diritto che ci riguarda. Poi, domani, speriamo di poterci risvegliare da questo brutto incubo, e scoprire che il povero Nathan Graff è stato vittima di un crimine che nulla a che fare con il suo essere visibilmente ebreo. Ma intanto, ci siamo portati avanti: che su queste cose non si scherza, non si può scherzare. L’allarmismo, anche di fronte al solo sospetto, è un dovere di civiltà. Perché chi attacca il diritto ad essere visibilmente, apertamente minoranza, attacca il cuore, il fondamento ultimo, della nostra civiltà.

    http://www.glistatigenerali.com/discriminazioni_integrazione/se-torna-lantisemitismo-tu-da-che-parte-stai/

    13 Nov 2015, 11:33 Rispondi|Quota
  • #7Parvus

    La criminosa attività antisionista sta raccogliendo i suoi frutti: Che l’aggressore sia musulmano, nazista o comunista, cambia poco. La risposta può essere una sola: chiusura di tutte le centrali antisioniste.

    13 Nov 2015, 18:05 Rispondi|Quota