Il Pd milanese caccia Daniele Nahum. Ahi
Aveva criticato l’islam politico. Nuovo caso dopo la somala Maryan.
Prima il caso di Maryan Ismail Mohamed, portavoce della comunità somala di Milano, candidata con la lista di Giuseppe Sala, che ha lasciato il Partito democratico in polemica con la scelta di sostenere Sumaya Abdel Qader, musulmana velata eletta in Consiglio comunale. Per Maryan, “il Pd milanese ha scelto di interloquire con la parte minoritaria ortodossa ed oscurantista dell’islam“. Dopo la somala, l’ebreo. Daniele Nahum è stato cacciato dalla segreteria e si è visto ritirare le deleghe dal segretario, Pietro Bussolati.
Già portavoce della comunità ebraica milanese, Nahum aveva criticato i rapporti fra il suo partito e il Coordinamento dei centri islamici (Caim) che fanno capo a Davide Piccardo. Nahum aveva denunciato la loro “totale inaffidabilità per gestire un luogo di culto nella nostra città”, portando numerosi esempi dell’ambiguità di Piccardo: “Un video con scritto ‘è finita la pacchia’ dove si vedevano dei giovani ragazzi musulmani che assaltavano una Sinagoga a Parigi. L’invito a un imam che predicava il martirio dei bambini. La dichiarazione che le bandiere israeliane erano vergognose in quanto Israele è uno stato razzista. Manifestazioni pro Morsi ed Erdogan“. Infine, Hamza Piccardo aveva chiesto di introdurre la poligamia nell’ordinamento italiano e il figlio, portavoce del Caim, “ha messo prontamente mi piace a queste affermazioni”.
Onore a Daniele Nahum che ha avuto il raro coraggio e l’onestà di denunciare la zona grigia in cui si muove l’islam politico italiano di cui il Caim è espressione. Un brutto giorno per il Pd milanese che lo ha cacciato.
(Fonte: Il Foglio, 8 Ottobre 2016)
Nella foto in alto: Daniele Nahum
#1Emanuel Baroz
Nahum cacciato dalla segreteria dopo le polemiche col segretario
Tolte le deleghe all’ex portavoce della comunità ebraica
di Alberto Giannoni
Daniele Nahum cacciato dalla segreteria dopo le critiche al Pd sull’islam. Un nuovo caso Ismail si profila per il partito di Matteo Renzi a Milano. Il responsabile Cultura del partito, coscienza critica del Pd sui temi della libertà di culto, in occasione del riassetto dell’esecutivo metropolitano del partito si è visto ritirare le deleghe dal segretario Pietro Bussolati. Senza neanche una telefonata. È stato lo stesso Nahum a raccontarlo, senza contestato la legittimità della decisione ma sottolineandone «lo stile». «Non mi è arrivata né una telefonata né una email – ha scritto – tanto meno mi è stato detto quali sarebbero le motivazioni di carattere politico di questa scelta. Niente di male, ognuno ha il proprio stile nel comunicare le sue legittime decisioni».
Nahum è piuttosto noto a Milano. Prima di assumere l’incarico di responsabile Cultura nella segreteria Pd, infatti, era stato vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica. Dal 2013 milita nel Pd ed è vicino politicamente a Stefano Boeri, già avversario di Giuliano Pisapia alle primarie 2010, poi assessore alla Cultura e capofila di un’area «liberal» cui apparteneva anche Maryan Ismail, l’antropologa italo-somala protagonista a sua volta di un clamoroso abbandono del Pd. Ismail aveva criticato il bando sulle moschee, per questo era stata sostanzialmente messa alla porta un anno fa e poi, a suo dire, emarginata fino all’addio, quando ha accusato il Pd di aver scelto la parte «più oscurantista dell’islam». I rapporti fra Coordinamento dei centri islamici (Caim) e Pd erano stati al centro anche della polemica che ad agosto si è aperta fra Nahum e Bussolati, in seguito all’ormai famoso caso poligamia, chiesta a gran voce dal fondatore dell’Ucoii, Hamza Piccardo, padre di Davide, leader del Caim. Nahum ha sempre criticato l’interlocuzione Pd-Caim. In quella occasione Bussolati lo aveva rimproverato platealmente ma Nahum ha tenuto il punto con fermezza. Evidentemente quel dissidio ha pesato nel momento in cui il segretario ha dovuto riassegnare gli incarichi, in una fase molto calda, quella che precede una campagna referendaria molto dura. La compagine di governo del partito, come del resto già la Festa dell’Unità, sembrano schierate senza eccezioni per il «sì». D’altra parte, nel partito, sembra che viga una tregua-accordo fra i renziani, orientati sulle questioni politiche nazionali e la sinistra interna, con l’assessore Pierfrancesco Majorino ha assunto posizioni chiave in Comune, nella giunta e nel gruppo consiliare. Intanto la modernizzazione del partito, obiettivo dichiarato dei renziani, anche a Milano sembra aver perso ogni smalto. L’emarginazione di voci «liberal» (e di area Boeri) sembra un segnale di crisi per la segreteria di un partito tornato al vecchio «andazzo».
http://www.ilgiornale.it/news/milano/nahum-cacciato-segreteria-polemiche-col-segretario-1315544.html