Se solo il Venezuela si chiamasse Palestina
di Bianca M. Bertini
Se solo il Venezuela si chiamasse Palestina e non fosse invece uno stato fondamentale per i loschi affari di Teheran e dei suoi alleati di Hezbollah, a quest’ora il mondo pacifista avrebbe messo sottosopra tutto il pianeta.
Invece i poveri venezuelani non sono i privilegiati palestinesi, per loro il mondo pacifista non ci pensa proprio a muoversi, forse perché quello stesso mondo preferisce difendere i regimi corrotti e violenti ma anti-americani e anti-israeliani, forse perché prima con Hugo Chavez e adesso con Nicolas Maduro il mondo pacifista si è sempre schierato dalla parte del regime in Venezuela prendendolo addirittura ad esempio e infischiandosene delle sofferenze del popolo venezuelano. Forse perché se non c’è di mezzo Israele il cosiddetto mondo pacifista se ne infischia di tutto.
Da settimane il popolo venezuelano scende in piazza per chiedere a Maduro di andarsene e lasciare libero il Paese, un Paese letteralmente alla fame nonostante le immense ricchezze di cui dispone. In questo lungo periodo di manifestazioni oceaniche una quarantina di persone sono state uccise dagli sgherri del regime, migliaia i feriti, centinaia di ragazzi e ragazze sono stati incarcerate, persino gli anziani vengono picchiati dalle squadre della morte di Maduro, eppure il mondo pacifista non se ne accorge o, peggio ancora, fa finta di non vedere. Preferisce star dietro al finto sciopero della fame dei terroristi palestinesi piuttosto che cercare di aiutare un popolo veramente oppresso.
Non so nemmeno se sia più corretto chiamare questo strano mondo con l’appellativo di “pacifista” vista la loro predilezione per i dittatori e gli assassini di bambini.
Dove sono i vari Vauro, le Morgantini, i Manlio Di Stefano? Dove sono le testate di estrema sinistra sempre pronte a condannare Israele se un palestinese scivola su una buccia di banana, sempre pronti a chiamare “resistenti” i terroristi palestinesi e a fare manifestazioni per difendere il loro diritto a uccidere innocenti?
Il Venezuela, purtroppo per i poveri venezuelani, non è la Palestina e allora se l’idolo della sinistra estrema, Nicola Maduro, vuole massacrare (finire di massacrare) quei poveretti che protestano per un tozzo di pane lo può fare tranquillamente sicuro com’è che non ci sarà nessuna sollevazione internazionale, nessun movimento di boicottaggio, nessuna attenzione sui media fascio-sinistri.
Il Venezuela è la prova vivente della ipocrisia e della malafede di coloro che dicono di lottare per i Diritti Umani ma difendono dittatori, terroristi e assassini di bambini, quelli che si autodefiniscono “pacifisti” e che qualcuno ha giustamente ribattezzato “pacivendoli”.
#1Emanuel Baroz
NAZIONI UNITE, DUE PESI E DUE MISURE
L’organizzazione UN Watch fa notare in questi giorni che in #Venezuela è in atto una repressione che le Nazioni Unite stanno completamente ignorando:
Manifestanti uccisi: 39
Feriti: 700
Prigionieri politici: 114
Reazioni del Consiglio per i Diritti Umani: 0
Sessioni urgenti: 0
Risoluzioni: 0
Indagini in corso: 0
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/1309201735822851/?type=3&theater
#2Emanuel Baroz
REPRESSIONE IN VENEZUELA
“Siamo i nuovi ebrei del ventunesimo secolo, coloro che Hitler perseguì, questo siamo, non portiamo la stella di David qui, abbiamo il cuore rosso con voglia di lottare e picchiare per la dignità umana, e sconfiggeremo questi nazisti del ventunesimo secolo, questi fascisti”. Queste ignobili parole sono state pronunciate dal presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, responsabile della repressione che in queste settimane sta insanguinando il suo Paese. Vergogna per questo ignobile paragone, ma soprattutto, vergogna per aver messo in ginocchio i venezuelani. In questo video, le barbarie perpetrate dal suo governo. #SosVenezuela
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/videos/vb.386438174765883/1314571478619210/?type=3&theater
#3cloud
ma su, è da almeno 15 anni che forze ESTERNE cercano di rovesciare il governo venezuelano eletto democraticamente.