Italia nera: la mappa dei nuovi fascisti
Cambiano nome e mutano pelle. Ma in fondo gli ideali sono sempre stessi: controllo, ordine e patria. Da esercitare a ogni costo, anche facendo irruzione durante una riunione benefica per leggere il loro ‘proclama’ contro gli immigrati, come accaduto qualche giorno a Como. E pazienza se con la testa rasata, il tricolore sul braccio e il giubotto nero d’ordinanza provano a scimmiottare i vecchi camerati, sembrando più la caricatura delle ex camicie nere che la loro incarnazione.
Xenofobi, populisti e identitari, l’universo dei nuovi fascisti è ampio e si estende all’estrema destra della destra, in un calderone di sigle e movimenti che sono tornate a guadagnare consensi, allargandosi a macchia d’olio su tutto lo Stivale. E non c’è solo Casapound a tracciare i confini dell’ultradestra. A oltre 70 anni dalla Liberazione, l’onda nera dell’estrema destra sembra aver travolto gli italiani al ritmo dei vecchi slogan mai sbiaditi ‘Prima gli italiani’ e ‘l’Italia agli italiani’.
Dopo la ‘marcia dei patrioti’ annunciata da Forza Nuova per il 28 ottobre scorso (nell’anniversario della Marcia su Roma) e poi slittata al 4 novembre, l’avanzata delle formazioni neofasciste sembra inarrestabile. Una delle sorprese delle elezioni di Ostia è stato il boom di voti incassati da Casapound, che ha toccato il 9%. Ma chi sono oggi i nuovi camerati e come sono disseminati?
La gamma dei movimenti neofascisti e neonazisti in ascesa è ricca. E tra chi sogna un posto in Parlamento “per far volare sedie e schiaffoni”, come ha detto il numero uno di Casapound, Simone Di Stefano, c’è anche chi ambisce a rimanere in strada per diffondere il verbo patriota a suon di vessilli e slogan. Tra le sigle più calde, oltre al movimento della tartaruga capitanato da Di Stefano e nel quale recentemente ha trovato spazio la soubrette Nina Moric, c’è anche Forza Nuova.
Il movimento fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, che in Europa aderisce alla ‘Alliance for peace and freedom’, si nutre di nazionalismo e omofobia e dal 2008 è presente con proprie sedi in tutte le regioni d’Italia. Lontana dalla galassia Casapound, alle urne FN incassa ancora pochi consensi, fermandosi allo zero virgola. “La patria terra dei padri” è il mantra che vanno ripetendo, lavorando per raggiungere quello che definiscono “il primo obiettivo irrinunciabile” ossia “la necessità di fermare lo stato di decadenza morale, politico ed economico in cui versa il popolo italiano”.
I “nipotini della Guardia di ferro”, come li ha ribattezzati ‘il Manifesto’, facendo riferimento al movimento antisemita romeno cui Fiore e i suoi si ispirano, vanta seguaci in tutta Italia. Un po’ come i lombardi di Lealtà e Azione, che dal Nord sono in costante ascesa. I militanti si definiscono “una libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale” al grido di ‘Vita est militia super terram’, che è anche il loro motto.
Ma l’universo nero abbraccia anche altri pianeti, come il Veneto Fronte Skinheads, nato nella seconda metà degli anni ’80 con una forte impronta antisemita e razzista. Il movimento della croce celtica è in buona compagnia. Come i suoi associati, che si ispirano ai movimenti skinhead neonazisti, ci sono anche gli Skin4Skin di Milano, che per come logo, non a caso, hanno scelto due simboliche S. E a sventolare la bandiera nera in Italia ci sono anche i martelli incrociati di Hammerskin e i fasci littori di Fasci Italiani del Lavoro e Fascismo e Libertà, partito socialista nazionale.
Da Nord a Sud il cespuglio dei camerati 3.0 è foltissimo. Oltre ad Avanguardia Nazionale, a Roma tengono banco Rivolta Nazionale e Militia, mentre in Lombardia hanno messo radici Generazione Identitaria (a Milano), Manipolo d’Avanguardia (a Bergamo) e Do.Ra., a Varese. Senza dimenticare Fortezza Europa, stanziato a Verona e il già citato Veneto Fronte Skinheads a Vicenza.
Il trait d’union di tutti questi movimenti, neanche a dirlo, sono i greci di Alba Dorata, partito di estrema destra di orientamento nazionalista ed euroscettico fondato nel 1993 da Nikólaos Michaloliákos. Un faro d’hitleriana memoria che per i nostalgici del Regime riesce ancora, in quale modo, a illuminarne la rotta.
(Fonte: Adnkronos, 1 Dicembre 2017)
#1Emanuel Baroz
Naziskin, irruzione durante una riunione sui migranti a Como
http://www.progettodreyfus.com/naziskin-migranti-como/
#2Emanuel Baroz
Convegno di estrema destra, è bufera sui crediti formativi
http://www.progettodreyfus.com/convegno-estrema-destra/
#3Emanuel Baroz
Shoah, il negazionismo del coordinatore Toscano di Forza Nuova
http://www.progettodreyfus.com/shoah-negazionismo/
#4Emanuel Baroz
La comunità Stormfront. Liste di proscrizione e antisemitismo in Rete
di Andrea Palladino
Non si è mai fermato Stormfront, la comunità virtuale neonazista gestita da gruppi suprematisti Usa. Nonostante due inchieste della Procura romana – condotte dal pm Luca Tescaroli – e la condanna definitiva per quattro esponenti dell’organizzazione, il gruppo italiano non ha mai cessato l’attività. Anzi. Da qualche mese sono tornate le liste di proscrizione (lo scorso marzo è stato diffuso un elenco di giornalisti indicati come di religione ebraica) e da alcuni giorni diversi messaggi hanno ripreso a diffondere materiale violentemente antisemita e negazionista. Immagini crude, fotomontaggi dell’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, diffusione di pubblicazioni della destra neonazista su Anna Frank, fatte circolare subito dopo il ritrovamento degli adesivi antisemiti nella zona della Curva Sud dello Stadio Olimpico. E ancora, un lungo testo dell’utente «Futurista» (autore di 650 post, attivo dal novembre 2015) intitolato «Le 10 peggiori creazioni ebraiche», pubblicato sul canale «Stormfront Italia». Un testo che si apre con «la Shoah non è mai esistita come tale, e dico purtroppo», per chiudersi con la teoria complottista su «virus modificatori del genoma umano», diffusi per distruggere la «Razza Bianca». La lista di «scrittori e giornalisti ebrei italiani» è stata pubblicata dall’utente «Ataru» e apre un lungo testo che si chiude con l’altra antica ossessione nel nazifascismo: «Zingari e omosessuali».
Il gruppo italiano di Stormfront era stato colpito da una prima indagine della Digos romana nel novembre del 2012, con quattro arresti. II processo – che si è concluso in Cassazione due anni fa con la conferma delle condanne, in parte alleggerite – è stato il primo caso in Italia ad aver riconosciuto l’istigazione all’odio razziale attraverso Internet. Nel 2012 l’inchiesta si era allargata con 35 perquisizioni e altri indagati. Nella sentenza di primo grado era stato confermato il sequestro preventivo del sito, con il blocco dell’accesso dall’Italia. Oggi continuano a partecipare al gruppo anche utenti indagati nel 2012: «Adesso ricomincio a scrivere col mio account che la Digos conosce benissimo e quindi anche io posso dire: me ne frego!», scriveva la user Joeyskingirl lo scorso agosto.
(Fonte: La Stampa, 1 Dicembre 2017)